Una regione, sguardi infiniti

Come la fotografia può raccontare un territorio

Una regione, le Marche. Centinaia di scatti diversi per raccontarla. Questo lo scopo della fotografia quale mezzo di comunicazione ed espressione di un territorio e delle sue infinite peculiarità. Imprimere sulla pellicola degli scorci paesaggistici, degli elementi architettonici o naturalistici che rendono così unica e speciale la nostra regione è una vera e propria arte e, come tale, può essere fruita e raccontata da chiunque. Flora, fauna, giardini, balconi, biblioteche… e ancora mare, montagne, angoli nascosti, sconosciuti, scorci di natura incontaminata capaci di suscitare emozioni incomparabili, fotografie che invogliano chi le osserva a vivere sulla propria pelle tali meraviglie, consumarle con gli occhi, ascoltarne i richiami. Un paesaggio unico e infiniti modi per dipingerlo, interpretarlo, focalizzandosi su alcuni aspetti suggestivi, su luci particolari, privilegiando la stagione autunnale piuttosto che quella estiva, invernale o primaverile o viceversa. Abbiamo raccolto le testimonianze fotografiche di alcuni artisti che amano profondamente le Marche e che tentano di coglierne ogni sfaccettatura, ognuno esaltandone un aspetto; attraverso i propri filtri, sia fotografici sia personali, con lo scopo di raccontare, valorizzare, comunicare, le Marche si presentano agli spettatori attraverso un vero e proprio tripudio di colori, forme e suggestioni, che lasciano senza fiato e senza parole. Tali artisti hanno preso parte all’iniziativa “Fotografi in chiesetta”, organizzata e curata da Maurizio Bolognini, che ha voluto rendere omaggio alla nostra regione all’interno di quello che è un vero e proprio gioiello architettonico: la chiesa di Santa Maria di Portonovo.

MARCHEAMOR, di Maurizio Bolognini
L’amore per le Marche si riflette in questo progetto del fotografo Maurizio Bolognini. “Marcheamor” è un umile gesto di affetto verso la nostra terra, della quale vengono ripresi non solo i paesaggi naturali, ma anche quelli storici, artistici, culturali. Scenari montani, rurali-agresti, di borghi e paesi, chiese, abbazie e monasteri, anche un reportage sull’antica Via Flaminia. Con “Marcheamor” Maurizio Bolognini tenta di immortalare una testimonianza dei lavori della tradizione, degli antichi mestieri, delle terrecotte, del guado, dei carbonai. Il mare occupa poi un luogo privilegiato: sia come ambiente che come paesaggio esprime tutta la sua potenza di suggestioni e meraviglie, riuscendo sempre a incantare lo sguardo di chi osserva. Ma è l’ambiente montano, dal Monte Catria  e dal Monte Nerone ai Monti della Laga che più affascina Bolognini, per la sua naturale inclinazione ed educazione di naturalista escursionista. Una gratificazione spirituale si impossessa dell’animo dell’artista che si rivolge a tali contesti con un’attenzione e una concentrazione ancora maggiori. “Marcheamor” non si ferma alle istantanee del paesaggio naturale, dei contesti paesaggistici, ma anzi esprime piena potenzialità anche nella documentazione di contesti urbani, relativi al patrimonio artistico-monumentale, alle storie, ai racconti e alle tradizioni tipiche del territorio. “Marcheamor”, un progetto d’amore nei confronti della regione dedicato alla memoria di Gigliola Mancinelli, indispensabile amica, speleologa, medico anestesista e del Soccorso Alpino e Speleologico, scomparsa in Nepal nel 2015.

DAL CUORE DELLE MARCHE TRA SGUARDI NASCOSTI… LA MAGIA DI ESSERCI, di Paolo Bolognini
Le Marche, una regione unica capace di suscitare e provocare emozioni esclusive e incomparabili in ognuno dei suoi abitanti. Un amore, quello di Paolo Bolognini per la regione, che nasce in età infantile, quando spinto dalla passione per il fiume e per la pesca, trascorreva giorni indimenticabili nei luoghi in cui la natura regna sovrana. Con le sue fotografie, Bolognini è in grado di cogliere lo straordinario mix di ecosistemi in cui la bellezza delle montagne si fonde con le alchimie del mare. Scopo dell’arte del fotografo è quello di mostrare a più occhi possibili il viaggio fotografico senza frontiere che compie all’interno della regione; un percorso fatto di tante immagini in cui immortala le forme di vita animale autoctone, passando per situazioni e panorami mozzafiato, dalle montagne al mare, rivolgendosi anche al cielo notturno stellato, ove la Via Lattea è in grado di donare delle visioni più uniche che rare. Natura, usanze, lavoro artigiano: questo è ciò a cui si rivolge Bolognini, che utilizza la fotografia anche come mezzo di denuncia, contro le barbarie che purtroppo minacciano la natura e gli ecosistemi. Così l’artista tenta di trasmettere l’amore per la propria terra, cercando di colpire al cuore e alla mente di chi osserva con il suo messaggio, rivolto alla conservazione e valorizzazione dei territori e delle bellezze paesaggistiche che caratterizzano la nostra regione.

LE MARCHE, MILLE ANGOLI DA SCOPRIRE, di Andrea Tessadori
Parchi, luoghi incantati, scalinate, giardini, balconi. Le Marche racchiudono scorci unici, mille angoli da scoprire, appunto, che si rincorrono da nord a sud, da Pesaro-Urbino ad Ascoli Piceno, passando per Ancona, Macerata e Fermo. Con la sua arte fotografica, Tessadori si sofferma non solo sugli aspetti paesaggistici e naturalistici che rappresentano la nostra regione, ma anche su tutti quegli elementi architettonici sconosciuti ai più, ma che contribuiscono a rendere speciali le Marche. Come i molini storici, o le fontane: suggestiva quella dei Delfini di Cerreto d’Esi, incorniciata dai tetti degli edifici posti sullo sfondo, sopra i quali si nota un velo lieve di nevischio. O le ferrovie abbandonate, luoghi fatiscenti in cui piano piano la natura sta riprendendo il controllo degli spazi. Le Marche racchiudono degli scrigni di veri e propri gioielli, come la biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata. Sono l’illuminazione soffusa, l’ordine, l’equilibrio che regnano all’interno dell’edificio a donare all’ambiente un’atmosfera speciale, unica nel suo genere, grazie alla magia dei soffitti affrescati e dei tomi disposti sugli scaffali. L’obiettivo attento di Tessadori si sofferma anche sul paesaggio naturale e il panorama che si ravvisa da Montefalcone Appennino è uno dei più suggestivi, con la cintura dei Sibillini che fa da cornice e la luce del sole che nasce tra le nuvole.

CALEIDOSCOPIO MARCHIGIANO, del Circolo Fotografico AVIS
Quattro artisti, Vincenzo Baldeschi, Beatrice Bramucci, Alberto Raffaeli e Fabio Togni, si uniscono con i loro lavori per dar vita a questo colorato “Caleidoscopio marchigiano”. Un riferimento non casuale, perché gli aspetti delle Marche che sono immortalati su pellicola toccano le caratteristiche più variegate della regione: dal paesaggio, agli antichi mestieri e ai personaggi. Ed ecco che, come in un vero e proprio caleidoscopio, si riesce a catturare tutte le sfumature più atipiche della regione. Baldeschi ritrae gli antichi mestieri delle Marche: dall’artigiano che dà vita all’organetto, al vetraio che crea manufatti unici nel loro genere. La tradizione delle eccellenze antiche regionali si fa protagonista in queste immagini. L’amore per la libertà, per il volo senza limiti e confini si nota invece negli scatti di Bramucci, che spesso si reca ai piedi di luoghi come il Monte Cucco ove si radunano gli appassionati di volo libero per immortalare tale senso di spensieratezza. In chiave ironica invece è l’opera di Raffaeli che descrive la “follia” collettiva di quanti affollano le spiagge marchigiane durante le bollenti estati. Togni, infine, si è cimentato nella fotografia di ritratto, cogliendo espressioni e azioni di personaggi ripresi durante uno degli eventi di maggior richiamo dell’estate marchigiana, il “Summer Jamboree” e non solo: anche Portonovo e i cultori della zona sono protagonisti delle sue fotografie. Persone, spettacoli, tradizioni, sport, sogni… una miriade di colori, di immagini che riflettono aspetti più particolari e sicuramente emblematici della nostra terra.

NATURA DA AMARE. QUANDO LA PASSIONE PER LA FOTOGRAFIA SI UNISCE ALL’AMORE PER LA NATURA, di Franco Paolinelli
“La bellezza salverà il mondo”, diceva Dostoevskij. Quale bellezza più pura, autentica e genuina può esistere sulla Terra, se non quella della natura? E Franco Paolinelli, con la sua arte fotografica, è alla costante ricerca di questo tipo di “antidoto” contro l’abbrutimento, la corruzione e la degradazione con cui l’opera antropica troppo spesso contamina ciò che di incantevole Madre Natura ci ha donato. L’armonia e la bellezza sono parametri imprescindibili per le ricerche fotografiche di Paolinelli, che riesce a cogliere con un solo unico scatto gli interi colori di una stagione, le peculiarità paesaggistiche e territoriali. È sufficiente soffermarsi ad ammirare le sfumature violacee del Giglio Martagone, fiore spontaneo che cresce in abbondanza nei prati del Monte Nerone, luogo, insieme al Monte Catria e all’Alpe della Luna, ricco di biodiversità e paesaggi puri e genuini. L’arte del fotografo anconetano è tutta protesa a scoprire gli angoli di natura incontaminata, nel pieno rispetto della fauna o della flora in cui si imbatte. Paolinelli ama imprimere sulla pellicola la nascita di un nuovo giorno in luoghi magici come la Spiaggia della Vela, nel Parco Regionale del Monte Conero. Coglie l’essenza e l’anima di ogni stagione: quella autunnale, in particolare, è in grado di regalare scenari mozzafiato, capaci di rendere il paesaggio incantevole. Fotografare gli animali di un territorio presuppone una pazienza e un rispetto fondamentali, in attesa di cogliere il momento topico dell’azione. Anche questo è amore per la propria terra, un amore che traspare in maniera evidente nelle opere di Paolinelli.

di I. Cofanelli