Fede e senso d’identità nella Chiesa di San Silvestro a Monte Roberto
La chiesa parrocchiale di San Silvestro è il principale edificio religioso nel centro di Monte Roberto. L’inizio della sua costruzione risale al 1769 e si protrae per più di vent’anni, seguendo il disegno di Mattia Capponi, architetto di Cupramontana che in quegli anni firma i progetti di molte delle principali chiese dei paesi della Vallesina. Lo stile della chiesa è chiaramente neoclassico, come dimostrano le lesene, le colonne terminanti con capitelli dalle decorazioni arricciate che rimandano all’ordine corinzio, la trabeazione e il tamburo della volta. Più in generale, è la geometria ortogonale delle linee che conferisce all’impianto della chiesa il tipico senso di equilibrio ed eleganza tipico del classicismo. Non mancano però elementi che interrompono quest’armonia, movimentandola. Si deve alzare lo sguardo per vederli, ma è ben difficile non notarli. La cantoria dell’organo e i due coretti laterali sono in legno dorato e scolpito, opera di Angelo Scoccianti, scultore di Cupramontana. Risaltano in maniera vistosa tra il bianco delle pareti, contrapponendo gli svolazzi e le articolate intarsiature tipiche del rococò alla geometrica compostezza neoclassica. Questa netta differenza ha un motivo ben preciso: questi elementi sono stati recuperati dalla chiesa di S. Chiara, annessa all’omonimo monastero di Jesi soppresso durante il periodo napoleonico, per interessamento di Serafino Salvati, uno dei membri di quella che è senza dubbio la famiglia storicamente più importante di Monte Roberto, che ha regalato alla città quel meraviglioso edificio che è Villa Salvati.
Un recupero dovuto alla volontà di non veder perdute preziose opere d’arte. La stessa volontà che ha spinto in questi ultimi anni a mandare in restauro la pala dell’altare maggiore raffigurante San Silvestro. Per non lasciare l’altare spoglio, il parroco ha deciso di far affiggere il testo del Gloria su uno sfondo azzurro che rimando alla santità dei cieli. Un’iniziativa nata per sopperire a una necessità ma molto apprezzata dalla comunità, che si è subito affezionata a questa nuova decorazione, tanto che con ogni probabilità anche quando tornerà dal restauro il quadro originale, verrà studiato il modo di farlo coesistere con questa installazione. Altro oggetto di culto dei fedeli, in questo caso di lunghissima data, è il Crocifisso ligneo in stile rinascimentale databile tra il XVI e il XVII secolo. I monterobertesi non hanno mai avuto dubbi su chi invocare nelle loro preghiere nei momenti più bui come in quelli più lieti, dimostrando al Crocifisso della chiesa una devozione sentitissima. L’immagine del Crocifisso viene portata in processione ogni anno in agosto, durante una cerimonia partecipatissima, con l’aggiunta di un’ulteriore celebrazione ancora più solenne che si tiene ogni cinque anni.
La chiesa di San Silvestro ospita altre opere come la Madonna di Loreto, senza firma, e il Martirio di S. Lorenzo del 1603 realizzata dal pittore Antonio Sarti, con ispirazione lottesca, anch’essa oggetto di restauro nel 1995.
Voglia di proteggere l’arte che esalta il sentimento religioso, e con esso l’identità stessa della comunità, questo è quello che rappresenta la chiesa di San Silvestro.