Dimore da sogno: Villa Imperiale e Villa Caprile
Non è difficile immaginare cosa abbia spinto i nobili signori e le loro aristocratiche famiglie a scegliere questi luoghi come sede di villeggiatura. Tutto intorno, la natura rigogliosa che ricopre il Parco Naturale del Monte San Bartolo, che si getta nel mare Adriatico. A tiro di una rapida galoppata a cavallo, il vivace centro urbano di Pesaro. Una cornice impareggiabile, entro cui sono state costruite Villa Imperiale e Villa Caprile, due dimore signorili con pochi eguali nelle Marche e in Italia.
Villa Imperiale deve il suo nome alla figura dell’Imperatore Federico III d’Asburgo che, di passaggio a Pesaro nel 1469, pose la prima pietra. La costruzione fu voluta da Alessandro Sforza che la reputava un “luogo di delizia” in cui godersi placidamente il riposo dai numerosi impegni governativi. Ciò nonostante, la Villa non mancava di elementi architettonici spiccatamente difensivi, come merlature e torrette, retaggio di un’epoca in cui il conflitto era sempre alle porte.
Precauzione che potremmo definire premonitrice. Infatti, una volta tornati al comando del Ducato di Urbino nel XVI secolo, i Della Rovere presero possesso anche di Villa Imperiale, apportando significativi interventi di ampliamento e rinnovazione, affidati all’architetto Gerolamo Genga, con l’aggiunta di splendidi dipinti murali firmati da artisti di fama nazionale. Alla volontà della moglie di Francesco Maria I della Rovere, Eleonora Gonzaga, si deve inoltre la costruzione degli splendidi spazi verdi che caratterizzano la Villa, primo esempio di giardino terrazzato disposto su più livelli nelle Marche. La Villa subì alterne vicende, passando per fasi di abbandono, fino all’acquisizione da parte della famiglia Albani che a partire dal XIX secolo diede il via a importanti lavori di ristrutturazione, riportando alla luce un gioiello dell’architettura nobiliare che oggi possiamo ammirare in tutto il suo ritrovato splendore.
Solo un paio di chilometri separano Villa Imperiale da Villa Caprile, voluta dal marchese Giovanni Mosca nel 1640 come sua residenza estiva. Modificata da una serie successiva di interventi, tra i quali spiccano gli ampliamenti avviati nel 1763 da Carlo Mosca Barzi e proseguiti dal figlio Francesco, la Villa colpisce oggi soprattutto per i meravigliosi giardini disposti su tre terrazze collegate da scalinate. Nella prima terrazza, tra le geometriche disposizioni arboree tipiche del giardino all’italiana, sono ancora perfettamente funzionati i sofisticati giochi d’acqua sapientemente posizionati per stupire e divertire con spruzzi e getti gli ignari visitatori. Da segnalare anche il ripristino, al terzo gradino, del teatrino di verzura risalente al XVIII secolo, dove si svolgevano rappresentazioni arcadiche in una cornice ideale.
Lo splendido palazzo, riccamente decorato all’interno, ha visto passare per i suoi corridoi e le sue aiuole personaggi del calibro di Casanova, Stendhal, Rossini e Leopardi.