Cerreto d’Esi, il mistero della torre che pende (e non solo…)
La torre pendente delle Marche tra storia, leggenda e mistero
Comune dell’entroterra marchigiano, situato al confine tra la provincia di Ancona, di cui fa parte, e quella di Macerata, Cerreto d’Esi, è posizionata lungo l’alta valle dell’Esino.
La formazione dell’abitato, come accadde per molti borghi delle zone limitrofe, fu la conseguenza dell’invasione longobarda che, in questo caso, obbligò alcuni abitanti della vicina Tuficum a cercare rifugio nelle zone collinari circostanti.
La città ebbe il suo massimo fulgore nel 1500 quando, guidata da Giovanni Maria da Varano, signore di Camerino, acquisì libertà di legiferare ed emanò uno statuto composto da settantasei articoli in cui si stabilivano, tra le altre cose, l’osservanza delle festività, la disposizione delle sentinelle, la condotta sanitaria da rispettare all’interno del Castello, i compiti del Castellano, la durata della carica del Camerlengo e i suoi obblighi nei confronti dei castellani.
Cerreto d’Esi ha fortunatamente conservato molto della struttura urbanistica di quel periodo e rappresenta un esempio tipico di Castello medievale.
Tra le bellezze architettoniche, la più attrattiva, è senza dubbio la torre della città: alta venticinque metri e nota per la sua accentuata pendenza. Conosciuta come Torre di Belisario, prende questo nome dal generale romano che secondo la leggenda fondò la città di Cerreto.
Lo stratega Belisario, considerato uno dei più grandi generali bizantini, fu protagonista della guerra contro i Goti, il lungo conflitto che contrappose l’Impero bizantino agli Ostrogoti nella contesa dei territori che fino al secolo precedente erano parte dell’Impero romano d’Occidente, e che si accese anche in terra marchigiana.
Fonti storiche smentiscono questa versione eccessivamente fantasiosa, attribuendo l’edificazione della torre ai conti Attoni, possidenti anche del Castello di Albacina e della città di Matelica.
In ogni caso, la data di origine della torre resta un mistero. Infatti, secondo alcune fonti la parte inferiore dell’edificio risalirebbe al VIII secolo, mentre per ciò che riguarda la data di origine della parte superiore vi sono pareri discordanti: alcuni studi stimano la sua edificazione al XII secolo mentre altri sostengono che questa parte sia stata costruita nel periodo compreso tra il XIV e il XV secolo.
Sebbene le evidenze storiche ci dicano che il generale Belisario non abbia nulla a che vedere con la fondazione della città e della sua torre, è abbastanza certo il suo passaggio in terra cerretana: lo dimostra la lapide a lui dedicata, collocata sopra l’arco di porta Giustiniano, ingresso principale al Castello di Cerreto.
A questo punto della ricostruzione della storia della città di Cerreto e della sua torre, leggenda e storia cominciano inevitabilmente a mescolarsi e perfino a trovare reciproci punti di contatto.
La leggenda racconta che quando i Romani si accamparono nel territorio dell’odierna Cerreto d’Esi ed iniziarono a scavare per costruire una fortificazione (la torre di Belisario?), trovarono un piccolo tempio sotterraneo dedicato alla dea Cerere, e, sempre secondo la leggenda, fu proprio il nome della dea protettrice della fertilità e del raccolto a suggerire ai bizantini di Belisario il nome di Cerretum. Anche se, occorre sottolineare che l’ipotesi più accreditata ritiene che l’origine del toponimo derivi dalla grande presenza di alberi di cerro (in latino cerrus) presenti nell’epoca della dominazione longobarda del territorio, e che il suffisso “d’Esi” sia stato aggiunto successivamente, solo nel XIX secolo.
Nonostante la costruzione della torre pendente sia datata in epoca successiva rispetto al passaggio del generale, non si può fare a meno di notare che nello stile essa ricorda proprio quei campanili delle chiese bizantine tipici della città di Ravenna.
Inoltre, sono evidenti ancora oggi tracce di materiale, presenti nel basamento, che fanno supporre l’esistenza di un edificio eretto precedentemente rispetto al periodo, seppur incerto, in cui gli storici datano la sua origine.
L’aura di mistero che avvolge la torre pendente delle Marche non si esaurisce solo negli aspetti storici o leggendari. Questa particolare costruzione, infatti, presenta caratteristiche enigmatiche anche per ciò che riguarda la sua forma. Pur essendo di forma circolare esternamente, all’interno la pianta dell’edificio è quadrata.
Dunque, la sua conformazione rotondeggiante è solo un rivestimento, forse aggiunto per motivi di stabilità, e sembra essere l’ennesimo trucco, l’ennesimo mistero che avvolge questa torre, che sembra volerci dire: “non sono come appaio…”