Di notte le Marche si mostrano in tutta la loro bellezza
Dolce e chiara è la notte e senza vento,
Giacomo Leopardi
e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
posa la luna, e di lontan rivela
serena ogni montagna.
Questi i suggestivi versi che Leopardi, nel “La sera del dì di festa”, impiegava per evocare la notte recanatese, una notte chiara, serena, rischiarata dal rassicurante bagliore della luna che illumina monti e colli.
Come immaginiamo noi, oggi, le Marche di notte? Siamo abituati ad osservarle di giorno attraverso la storia e la cultura, tra poesia e arte, assaporando il buon cibo e sorseggiando gli ottimi vini per cui siamo conosciuti in tutto il mondo, deliziandoci dei paesaggi mozzafiato che ci regalano le nostre montagne, le colline e il mare, passeggiando tra borghi e castelli, mentre costeggiamo le cinte murarie che abbracciano paesi millenari e chiese medievali, perle architettoniche di cui la nostra Regione è ricca.
Nel cuore delle Marche e del Parco Nazionale, ad una altezza che va dai 1000 ai 1800 metri, si trova Val di Panico (MC), una valle di origine glaciale, disabitata e selvaggia, situata tra il Pizzo Tre Vescovi ed il Pizzo Berro ad Est, tra il Monte Bove Nord e Monte Bove Sud. Forte è l’interesse naturalistico paesaggistico e alpinistico che ruota attorno questo paesaggio, ove vivono diverse specie rare di fauna tipica dell’Appennino centrale.
Ma di notte? Quando il sole è tramontato, quando, come decanta il nostro Leopardi, già tace ogni sentiero, e pei balconi rara traluce la notturna lampa? Ecco che le Marche si mostrano in tutta la loro magia, si lasciano ascoltare e ci permettono di godere di incantevoli scenari in luoghi incontaminati dall’inquinamento luminoso, in cui è possibile ammirare le stelle, riconoscere la Via Lattea, puntare lo sguardo sulle costellazioni, sdraiati sull’erba in compagnia di grilli e lucciole.
Ecco una stella cadente… e là una farfalla notturna; la Natura, protagonista assoluta nella notte, si fa ancora più affascinante, tra ombre e silenzi, tra suoni, rumori e versi di rapaci notturni.
E così, sullo sfondo di questo scenario fatato, le Marche ci offrono uno degli spettacoli più seducenti della stagione estiva.
Il giorno ha occhi. La notte ha orecchie
Proverbio Persiano
A chi non ha ancora avuto l’occasione di ammirare la meravigliosa spiaggia delle Due Sorelle, così definita per i due scogli gemelli che qui svettano sul mare cristallino, offriamo questo fantastico spettacolo notturno ritratto sotto la costellazione del Cigno. Luogo incontaminato, dove natura e mare si fondono, e dove la spiaggia, coperta di ciottoli bianchi, è priva di sabbia.
La leggenda della sirena degli scogli delle Due Sorelle
Si narra che, in un piccolo paese di pescatori vicino Ancona, lungo il promontorio del Conero, una bellissima fanciulla di nome Mitì tutti i giorni aspettasse il suo promesso sposo venire dal mare e, quando il sole tramontava, cominciava a cantare una canzone chiamando il suo amore, che le era apparso in sogno cantandole “Vieni con me, mia sposa! Sirena di mare ti voglio incontrare, sull’onda portare e con il mio amore legare!”. Un giorno arrivò un ragazzo su di una barca e Mitì gli corse incontro, ma ben presto apprese che il giovane era già promesso ad un’altra fanciulla. Per il dolore la ragazza cominciò a nuotare seguendo la barca dei due amanti e cantando una canzone triste e incomprensibile, finché nessuno la vide più. Da quel giorno di Mitì non si seppe più nulla, ma la leggenda giunta fino a noi narra che la ragazza si trasformò in una bellissima sirena e che alcuni marinai tempo dopo, nelle notti tempestose, abbiano udito una canzone melodiosa e ammaliante tra le onde.
Il Trave di Portonovo, nei pressi del Casotto Fattorini, simbolo del Trave e della Riviera del Conero, storica palafitta un tempo adibita alla pesca che oggi rischia seriamente di scomparire. Ciò che ne resta è ancorato lì, sui primi scogli, come un enorme granchio di cemento che va ad arricchire lo scenario stupefacente della baia vista di notte. Riuscite ad immaginate il rumore del mare che gli batte contro in una stupenda notte stellata?
Maga della Sibilla – Regina Sibilla
Svetta su tutte la leggenda storica e magica allo stesso tempo della Sibilla, che ha dato il nome alla Grotta della Sibilla o Grotta delle Fate, situata sui Monti Sibillini in provincia di Ascoli Piceno a oltre 2.000 metri di altezza. Sembra che questa grotta sia stata la porta d’accesso al regno sotterraneo della Regina Sibilla, antica sacerdotessa, depositaria di segreti ancestrali in grado di predire il futuro e intermediare tra l’uomo e Dio.
Nel cuore delle Marche e del Parco Nazionale, ad una altezza che va dai 1000 ai 1800 metri, si trova Val di Panico (MC), una valle di origine glaciale, disabitata e selvaggia, situata tra il Pizzo Tre Vescovi ed il Pizzo Berro ad Est, tra il Monte Bove Nord e Monte Bove Sud. Forte è l’interesse naturalistico paesaggistico e alpinistico che ruota attorno questo paesaggio, ove vivono diverse specie rare di fauna tipica dell’Appennino centrale.
I folletti di Urbania
Si narra che nel XVII secolo, in Transilvania, il perfido Conte Urit, signore della Contea di Biartèn, fece abbattere tutte le foreste secolari del suo territorio, per venderne il legname. Avido di ricchezze e di potere, superbo, arrogante e presuntuoso, il Conte intimò ai folletti, agli elfi e agli gnomi abitanti dei boschi da millenni, di lasciare la Contea, con la minaccia di dar fuoco alle loro dimore. Fu allora che 66 folletti, guidati dall’anziano Fluièras, si misero in cammino, alla ricerca di un luogo sereno e tranquillo, dove poter vivere in armonia con la natura. Dopo un viaggio di ben 55 giorni, superate Ungheria e Slovenia, e dopo aver percorso ben 1888 miglia, finalmente i folletti approdarono negli Appennini, all’interno del territorio dei Conti Brancaleoni del Castello dei Pecorari, nei pressi del Monte Montiego. Qui, in una piccola valle tra la Fonte dell’Orsa e San Martino, in provincia di Pesaro-Urbino, i nostri decisero di stabilirsi. La notte è il mondo dei folletti: si svegliano al tramonto per poi coricarsi appena sorgono i primi raggi del sole.
La suggestione del fotografo
Difficile poter descrivere quello che si prova al cospetto e alla contemplazione nella notte di un cielo limpido come quello che ci regala qualche nostro luogo incantato…
Una presenza straordinaria e avvolgente… Talmente bello da mettere soggezione e spesso, quando nel cuore della notte con i miei strumenti cerco di rubarne un pezzetto capisco che non è il freddo a farmi venire i brividi ma quell’immensità che ci sovrasta ed i pensieri che nella magia della notte si fanno mille domande ai mille perché…
La bellezza del manto stellare è qualcosa di straordinario e meraviglioso e tutti dovremmo avere l’opportunità di poterlo vedere più spesso…
Spegniamo qualche luce di troppo nelle città e dove non serve… magari qualche stella può aiutarci a trovare una strada migliore.
Paolo Bolognini
Gli osservatori nelle Marche
Osservatorio Gruppo Astrofili D.L.F. di Rimini
Monte S. Lorenzo – Montegrimano (PU)
Strumento: Ritchey-Chretien da 530 mm, focale 4.8 m
Osservatorio e Planetario Villa del Balì
Località San Martino – Saltara (PU)
Strumenti: Ritchey-Chrétien da 400 mm, riflettore da 180 cm, rifrattore da 120 mm provvisto di filtro solare H-alpha
Osservatorio “Paolo Senigalliesi” (Associazione Marchigiana Astrofili)
Frazione Pietralacroce di Ancona, 170 m s.l.m.
Strumenti: Newton da 350 mm, rifrattore da 125 mm
Planetario dell’Istituto Tecnico Nautico “A. Elia” (6 m, 50 posti)
Lungomare Vanvitelli, 76 – Ancona
Osservatorio “Giancarlo Braconi” (Associazione Jesina Astrofili)
Località Torre di Jesi – Jesi (AN), 305 m s.l.m.
Strumenti: Newton da 350 mm (f/4), rifrattore da 178 mm
Planetario del Liceo Scientifico Statale “E. Medi” (3 m, 20 posti)
Via C. Pisacane 7, 60019 Senigallia (AN)
Osservatorio astronomico di Monte d’Aria (Associazione Astrofili Crab Nebula)
Località Case Sparse di Villa d’Aria – Serrapetrona (MC), 850 m s.l.m.
Strumento: SC da 280 mm (f/10)
Osservatorio astronomico “Conte Bruti Marini Mario” (Associazione Astrofili G.Galilei)
Monte Serrone – Pedaso (FM), 100 m s.l.m.
Osservatorio sociale (CEDES)
Frazione Castellano – S. Elpidio a Mare (FM), 126 m s.l.m. Strumento: Newton da 255 mm (f/5)
Fonte www.amastrofili.org