Fall foliage: a caccia di foglie d’autunno
“L’autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore”.
L’aforisma di Albert Camus riassume l’essenza e la bellezza del fall foliage.
Con la stagione autunnale, la natura si (s)veste di nuovi colori. La scienza ci spiega che nelle piante caducifoglie, particolari pigmenti organici come i carotenoidi o gli antociani prendono il sopravvento sulla clorofilla. Il risultato è più artistico. Dove regnava il verde, il pennello della natura ridisegna il paesaggio attingendo dalla tavolozza nuovi colori. Durante una giornata di tiepido sole, il giallo e l’oro di un parco cinto di pioppi brilleranno come un quadro di Klimt. Se è la bruma tipica di questi mesi a velare il paesaggio di un’umida malinconia, i colori sembreranno più sbiaditi, come su una tela di Monet. In entrambi i casi, gli appassionati di fotografia avranno di che scattare; gli habitués delle passeggiate domenicali partiranno alla volta di sentieri nuovi per una full immersion di emozioni e sensazioni, aumentando la curiosità di esplorare la natura che ci circonda in questo periodo.
Fall foliage scopriamo che cosa è
Lo spettacolo della natura che cambia, l’attrazione per il foliage. Un evento che ha cambiato negli ultimi anni le abitudini di molti italiani, che seguendo una consuetudine che viene dal Nord America hanno iniziato a cercare i luoghi più belli, in Italia e non solo, dove ammirare le foglie degli alberi che cambiano colore, diventano gialle, rosse e marroni. Negli Stati Uniti e Canada è un’usanza consolidata visitare i boschi più belli per ammirare questo sontuoso spettacolo che in quelle zone offre scenari davvero superbi. Esiste addirittura una sorta di bollettino come quello del meteo che segnala i luoghi dove le foglie hanno iniziato a cambiare di colore.
Fall foliage tutto marchigiano
E nelle Marche? …beh anche qui la natura regala belle emozioni. La presenza di enormi zone boschive permette di tracciare itinerari ideali per assicurarsi l’immersione tra le mille sfumature che la vegetazione offre.
Un bosco di faggi tra i più belli nel territorio maceratese è rappresentato dalla faggeta nella Riserva Naturale del Monte Canfaito, in questo periodo investita da un tripudio di colori autunnali che da molti anni tanto fanno impazzire i fotografi professionisti ed amatoriali. È un’esperienza che va vissuta e percorsa per essere davvero capita. I bassi tronchi aprono come ombrelli le loro chiome divenute del colore del mogano o della zucca, lasciando filtrare i raggi del sole resi tenui dal fitto fogliame. L’atmosfera sospesa che si crea sembra rendere tangibile l’età secolare di molti esemplari. Camminando tra questi vetusti reperti naturali ci si può imbattere nel più fiero tra tutti: un faggio di circa 500 anni è l’esemplare più grande di tutte le Marche, annoverato tra i 300 alberi monumentali d’Italia.
Canfaito si trova al centro delle Marche. Volgendo lo sguardo a uno qualsiasi dei punti cardinali, si trovano strade che in breve tempo portano ad altre meraviglie che si illuminano dei colori dell’autunno. Il caleidoscopio continua poco distante nella Riserva naturale Montagna di Torricchio, una suggestiva distesa di rigogliose formazioni boschive e praterie fiorite. Il muschio umido che si arrampica sui tronchi fa il paio con il rosso ruggine della roverella e l’arancio-marrone dell’orniello nell’evocare un paesaggio in cui non ci si stupirebbe di vedere camminare i personaggi di una fiaba dei fratelli Grimm.
Spingendosi più a sud, l’enorme complesso del Parco nazionale dei Monti Sibillini diventa un regno le cui province sventolano stendardi di ogni tonalità autunnale. Il giallo dei castagni si mescola al cremisi dell’acero passando per le sfumature arancioni dei faggi. Se si arriva in una vallata bagnata da un lago, ci si può gustare lo spettacolo dello specchio dell’acqua che riverbera i colori degli alberi narcisi.
Lungo i declivi di questi monti, ad un’altitudine compresa tra i 450 e i 900 metri, una sfumatura d’eccezione fa la sua comparsa in questo periodo: il rosa. Le mele dei Monti Sibillini, con la loro forma irregolare e leggermente schiacciata, sono striate di questo colore. Si tratta di un frutto riscoperto in epoca recente, valorizzato da una coltivazione che non necessita di trattamenti particolari, che lo rende intrinsecamente biologico, ma ha origini antichissime. Se ne trovano tracce persino in un’opera del grande poeta latino Orazio, che ne loda tanto l’aspetto particolare quanto il sapore.
Tornando nel centro della nostra regione, nella provincia di Jesi, addentrarsi per la Riserva Ripa Bianca, l’autunno ci farà sentire come esploratori che trovano un El Dorado naturale. I salici piangono lacrime d’oro dalle loro lunghe ciglia, mentre i pioppi con la loro chioma alta e affusolata sembrano geyser aurei. Ci si può perdere in questo spettacolo che solo l’autunno sa regalare, distratti solo dagli aironi che radenti sorvolano il fiume Esino. Se si passeggia per il Parco della gola della Rossa e di Frasassi si potranno incontrare ornielli chiazzati di arancione e faggi vermigli, ma qui anche un altro ospite concorre a colorare l’ambiente. Il corbezzolo non tramuta le sue foglie, ma il suo frutto carnoso e bitorzoluto ingemma la pianta di un rosso acceso proprio in questo periodo dell’anno.
Se i paesaggi malinconici fin qui descritti fanno venire a qualcuno la nostalgia delle giornate di mare da poco salutate, nessun problema: il fall foliage nelle Marche si può ammirare anche nel Parco del Monte Conero o in quello del Monte San Bartolo. Qui roverelle, aceri, olmi e lecci lasceranno vedere tra i loro tronchi scorci sull’azzurro dell’Adriatico, in una liaison con l’estate che rinfranca gli animi gravati dalle nebbie della stagione.
Ma per il foliage non bisogna per forza addentrarsi nella natura più selvaggia. Ogni città ha i suoi parchi e i suoi giardini che, alzando lo sguardo, spruzzano nel cielo plumbeo macchie colorate, apparizioni impreviste e spettacolari come fuochi d’artificio.
“L’autunno è la stagione più dolce: quello che perdiamo in fiori lo guadagniamo in frutti”.
Le parole dello scrittore Samuel Butler ci portano a scoprire un’altra sfaccettatura del foliage.
Fall foliage e i tesori nascosti
Quando camminiamo tra i boschi, i nostri passi fanno crepitare le foglie secche. Il giallo, l’ocra, il rosso, si stendono come tappeti orientali ai nostri piedi. Ma il terreno umido non si colora solo delle foglie caduche. Alla tavolozza dell’autunno si aggiungono i colori dei suoi prodotti tipici. Il suolo si cosparge dei ricci delle castagne, che schiudendosi rivelano il marrone dei frutti. Accanto alle foglie colorate l’autunno ci evoca l’immagine dei primi focolari su cui scoppiettano le caldarroste. Quando la nebbia carducciana sale agli irti colli, nulla è più rinfrancante del calore delle castagne cotte accompagnate dal rosso delicato e armonioso di un vino novello di San Martino. Anche la vite infatti si spoglia delle sue foglie e mostra il suo foliage, e contestualmente veste le tavole del nettare dei suoi frutti.
Non tanto le grandi città, ma i piccoli borghi arroccati nelle montagne sono i naturali teatri in cui lo spettacolo dell’autunno compie la sua magia. Il sipario si apre su sagre e fiere che puntellano la cartina delle Marche. È la riscoperta di usanze e sapori medievali, a volte indebitamente additati come poveri, in realtà genuini, che fanno riappropriare di uno stato delle cose ancestrale e puro.
Ma c’è un altro colore che si nasconde tra le foglie policrome. In questo caso non basta aguzzare la vista. Il senso chiamato in causa è l’olfatto, ma quello umano non si rivela all’altezza. Sotto la terra pregna di umidità, cercato dalle narici vispe e frementi dei cani, si nasconde il tesoro più prezioso dell’autunno. È il periodo per il tartufo bianco di fare la sua comparsa. Difficile e ricalcitrante come un vero esponente dell’alta nobiltà, questo raffinato tubero ha nelle Marche, soprattutto in provincia di Pesaro e Urbino, il suo regno prediletto. Nei feudi di Acqualagna, Pergola e Sant’Angelo in Vado, si svolgono rassegne enogastronomiche di importanza nazionale con protagonista questo principe delle terra. Gustare un piatto di fettuccine spolverato dal tartufo bianco pregiato, o dalla sua varietà nera e altrettanto prelibata, è un ottimo modo per ristorarsi dopo un’escursione nella Riserva della Gola del Furlo che circonda Acqualagna o per prepararsi prima di visitare il Museo dei Bronzi Dorati di Pergola. Ad Amandola, per certificare la preziosità e la quotazione del tartufo, la fiera ad esso dedicata è stata indicativamente chiamata “Diamanti in tavola”.
Fall foliage e benessere
Il foliage culla quindi i nostri sensi: la vista, l’olfatto e il gusto sono coccolati dai colori e dai sapori autunnali. Ma il foliage è un toccasana anche per l’udito. Passeggiare per i boschi significa perdersi nel silenzio. Solo la natura si permette di interrompere la sua stessa quiete, col vento che si incanala tra gli alberi come fossero strumenti a fiato, o gli uccelli che cantando salutano le case annidate in quelle stesse chiome partendo alla ricerca di terre più calde. Questa commistione di benefici sensoriali vale a spiegare l’attenzione non solo estetica, ma anche terapeutica che circonda il fall foliage. Sfuggire ai rumori caotici, allo smog e al grigio della città è un bisogno psicofisico sempre più urgente, che in questo modo trova una soluzione ancora più affascinante e positiva. Che si tratti di fare trekking o biking per sentieri montuosi, o di una semplice passeggiata nei parchi cittadini, fare moto in una cornice del genere stimola a non cessare l’attività fisica con lo spegnersi della bella stagione.
Il fall foliage si presta ad essere gustato in ogni contesto personale. Abbiamo visto come puntando un dito a caso nella mappa della nostra regione difficilmente ci si discosterà molto da una zona in cui la natura abbia steso questo suo incantesimo. Una famiglia potrà quindi godersi un pomeriggio libero tra colori che stupiranno i bambini, ma anche i genitori, senza la preoccupazione per questi ultimi di dover affrontare tragitti stradali troppo lunghi e proibitivi.
Il foliage coi suoi colori evoca anche un innegabile romanticismo: passeggiare mano nella mano circondati dal rosso vivo del fogliame e abbracciarsi per combattere il freddo del vento che spira sarà sicuramente più intrigante di un giro in un qualsiasi centro commerciale. Ma anche chiunque decidesse di fare una passeggiata da solo, in compagnia di una reflex o semplicemente dei suoi pensieri, uscirà dal percorso scelto con ancora negli occhi, e nel cuore, il cangiante riflesso di questo tripudio di colori. E non potrà non sentirsi addosso le parole della scrittrice Lauren DeStefano, che definisce l’autunno:
“Il tempo in cui tutto esplode con la sua ultima bellezza, come se la natura si fosse risparmiata tutto l’anno per il gran finale”.
Lauren DeStefano
Di Fabrizio Cantori