Fonti, fontane e lavatoi
Fontane di San Martino a Esanatoglia
Una volta chiamate Fonti di Fuori Porta, rappresentano un raro esempio di opera idraulica trecentesca ancora perfettamente funzionante.
Fonte Fallera a Fermo
Antica fonte medievale del secolo XIV Il complesso monumentale sorge tra l’area di via Bellesi e quella della Montagnola nel quartiere Tirassegno. Si chiama Fallera perché probabilmente fu eretta con il ricavato delle condanne e pene pecuniarie che venivano pagate a causa dei falli commessi.
Fontana del Cardinale Ginetti a Fermo
La fontana fu realizzata tra la fine del sec. XVI e l’inizio del XVII su commissione del Cardinale Ginetti di cui compare lo stemma nella decorazione.
Fontana di Porta San Francesco a Fermo
Fu aperta in occasione della inaugurazione dell’acquedotto del Polesio nel 1896 che portava l’acqua a Fermo.
Fontana Catalani a Fermo
Fonte Catalani, detta delle Pisciarelle, a Fermo venne fatta realizzare in forme barocche nel 1735 a spese di Marino Girolamo Catalani. La fonte, come tutte quelle dentro la città, era utilizzata per prendere l’acqua. Solo in quelle fuori dalle mure era possibile lavare i panni o, anche, far abbeverare gli animali.
Lavatoio pubblico Via S. Serafino da Montegranaro
Le sue origini risalgono al XVII secolo, noto anche come Fonte di Sant’Emidio, il lavatoio si trova nel quartiere di Porta Cappuccina vicino al Ponte Romano. La sua storia è legata alla tradizione di uno dei prodigi che Sant’Emidio, martire cefaloforo, patrono di Ascoli Piceno. Si narra che il santo non avendo a disposizione l’acqua necessaria per battezzare tutti i nuovi fedeli, convertiti al Cristianesimo dalla sua predicazione, se la procurò battendo un sasso da cui fece sgorgare la sorgente che alimenta questa fonte.
L’attuale lavatoio è il risultato di vari rimaneggiamenti, avvenuti nel corso del tempo, tra il 1904 e il 1905 la sua ricomposizione ne abbassò il livello.
Fontane di Piazza Arrigo ad Ascoli Piceno
Fiancheggiando sulla destra il Battistero e le mura del Duomo sulla sinistra si entra nella Piazza a forma rettangolare, la più antica di Ascoli, sorta sul preesistente Foro romano e luogo da sempre appunto delle arringhe ovvero luogo deputato ai discorsi degli oratori e alle riunioni popolari. Al suo centro spiccano due fontane a vasca ellittica, in travertino con inserti in bronzo (cavalli marini, pesce, putti e mascheroni), inaugurate nel 1884 ai lati del monumento di Vittorio Emanuele II, ora collocato nei Giardini pubblici.
Fontana dei Cani Corso Giuseppe Mazzini ad Ascoli Piceno
La fontana costruita nel 1823 su disegno di Ignazio Cantalamessa è detta “dei cani” ma in realtà le sculture collocate per sorreggere il catino con il dorso rappresentano due piccole leonesse probabilmente recuperate dalla Chiesa di Sant’Agostino e attribuite al XIII secolo.
Fontana della Dea Flora in Piazza XX Settembre ad Offida
Fu eretta in occasione della installazione dell’acquedotto comunale (1887), utilizzando le acque provenienti dalle falde del monte Ascensione, presso la località Polesio. In ghisa, si eleva su un basamento in pietra. La vasca è ottagonale con aquile e leoni che si alternano su quattro lati ai lati vuoti. Al centro si erge un robusto stelo, reggente una coppa all’interno della quale, su una semisfera, siede una figura di donna alata affiancata da un putto; i due reggono un serto fiorito. La figura della donna alata rappresenta la dea Flora (simbolo della Primavera). La fontana è stata fusa in una fonderia francese specializzata in tale lavoro.
Il teatro delle fonti a Ripatransone
Il Complesso delle Fonti risale al XV-XVI secolo e si erge nel cuore della città di Ripatransone, antico borgo della provincia Picena a poca distanza dal mare.
Dopo un primo restauro, a monte della corte della vecchia città è stato allestito il Teatro delle Fonti: l’ampia gradinata semicircolare e la piazza sottostante costituiscono la cornice architettonica di quello che è oggi uno dei teatri all’aperto più suggestivi del territorio.