Il profumo del Piceno
Quando arrivi nello storico centro abitato di Castignano, sulle alte colline del Piceno, la prima sensazione che ti raggiunge è il profumo dell’anice verde che riempie l’aria del luogo come per rivendicare la sua “terra di origine” in questo borgo alle pendici del Monte Ascensione, in Provincia di Ascoli Piceno.
Muovendosi tra le formazioni geologiche argillose calanchive che
circondano il nucleo storico di Castignano, si viaggia in un suggestivo
paesaggio tra campi prevalentemente coltivati a filari di uva e di anice verde.
Queste coltivazioni sono accomunate da un rigoroso senso di ordine e di cura a
dimostrare la secolare e intramontabile abilità agricola di questa comunità.
L’anice è
una pianta erbacea originaria dell’Oriente poi diffusa lungo il Mediterraneo
che quasi sicuramente arriva nelle Marche con i popoli Piceni.
La storia dei Piceni si lega a Castignano con la stele di arenaria rinvenuta
nel 1890 e datata VI-VII secolo avanti Cristo. Al borgo di Castignano, oltre
all’irripetibile anice verde, spetta anche il primato di custodire questa antica
stele con il più remoto alfabeto italico fino a questo momento ritrovato. Il
prezioso reperto originale è esposto al Museo archeologico di Ascoli
Piceno.
I medici Ippocrate e Galeno, passando per i filosofi Plinio e Celso, fino a Pitagora e Carlo Magno, sono alcuni dei grandi personaggi che hanno sostenuto le eccellenti qualità dell’anice.
L’anice
verde di Castignano può considerarsi senza alcun indugio un’eccellenza per le
proprietà uniche che lo differenziano da tutte le altre varietà.
La pianta di anice ha trovato a Castignano il terreno ideale e il giusto clima
che hanno selezionato nel tempo un seme più profumato e dolce, con una resa in
essenza del 4,6% e con una concentrazione di principi attivi di anetolo pari al
94%.
Un seme così eccellente nasce dal suolo ben soleggiato, composto da uno strato superficiale
fertile e un substrato di argilla drenata anche dai calanchi e dall’esposizione
alle fresche correnti del Monte Ascensione.
L’opera
dell’uomo con la sua millenaria esperienza agricola ha contribuito a tramandare
e rendere questa produzione una vera e propria eccellenza della Regione Marche.
Ancora oggi il diserbo dei campi è realizzato a mano con la “martellina” per incidere
con precisione chirurgica solo le piante spontanee che nascono intorno al
quella di anice. Non tutte le piante “estranee” vengono tolte dal campo così da
sottrarre la pianta dell’anice dall’attacco di insetti.
L’anice verde per Castigano e i suoi abitanti ha accompagnato crescita e sviluppo. Le coltivazioni intensive partirono nella seconda metà del 1800 quando la distillazione casalinga dei liquori come anisetta, anisina, sambuca e mistrà lasciò spazio a quella industriale. Nel 1948 la produzione accertata di anice verde è di ben 80 quintali dovuti soprattutto al grande successo dei prodotti della storica Distilleria Meletti.
L’ascesa straordinaria dell’anice, dopo gli anni Sessanta, venne pregiudicata dalla crisi dell’agricoltura e da alcune scelte commerciali che portarono ad abbandonare questa coltivazione.
Nel 2009 da Castignano è ripartito un progetto di rilancio economico e territoriale con il riavvio delle coltivazioni coinvolgendo i giovani, l’avvio di nuove filiere come quella della birra, degli infusi e dei preparati per ricette che animano primi, secondi e dolci. A tutto questo è accompagnato un lavoro di divulgazione anche in contesti nuovi promosso dall’associazione “Anice Verde” di Castignano che rende sinergico il lavoro di 15 produttori sotto lo slogan “Il profumo del Piceno”. Questo intero percorso ha portato nel 2017 a far diventare l’anice verde di Castignano Presidio Slow Food e depositare il seme nel registro biodiversità regionale delle Marche.
Digestivo per
l’uomo e per il complesso apparto dei preziosi buoi che trainavano gli aratri, ottimo
energizzante utilizzato dai gladiatori romani, dissetante che pulisce stomaco,
bocca, fegato e favorisce la produzione di latte nelle donne, sono alcune delle
tante proprietà certificate dell’anice verde di Castignano.
Numerose sono le ricette in cucina che provengono dalla tradizione marchigiana
ma altrettante sono le nuove proposte che ogni giorno nascono dai chef che
riscoprono l’anice e lo utilizzano per arricchire piatti di profumi, sapori e
qualità nutritive.
Quel gradevole profumo di anice verde tra le vie di Castignano, lo comprendi fino in fondo quando ti accorgi che questa pianta e i suoi semi hanno costituito da sempre per questa comunità la cosa più importante. Ancora una storia che si è sviluppata grazie alle tradizioni maturate dalle infine virtù del popolo marchigiano.
di A. Carlorosi