“La mia fuga sono le Marche, il paradiso del bike”
Lo squalo dello stretto è testimonial della Regione Marche per il turismo cluster bike e outdoor
Vincitore di due Giri d’Italia, un Tour de France e una Vuelta, di due titoli italiani, della Milano Sanremo e di due Tirreno Adriatico, Vincenzo Nibali, messinese classe 1984, ha già accumulato i più ambiti traguardi sognati da ogni ciclista professionista. E ora, nel pieno della preparazione per il prossimo Giro d’Italia, le Olimpiadi di Tokio di agosto 2020 e i campionati del mondo in Svizzera, ha stretto un sodalizio con la nostra regione, divenendone il testimonial per il turismo cluster bike e outdoor. Per i prossimi due anni, infatti, Nibali promuoverà tale tipo di turismo, sul quale le Marche intendono investire non solo in Italia, ma anche all’estero. La regione sta realizzando nuove e ampie ciclovie e cicloturistiche accoglienti per gli italiani e per gli stranieri che si recano nelle Marche. “Avevo visto le Marche solo correndo in bicicletta e in questi giorni ho avuto modo di apprezzarne le bellezze, sia quelle dell’interno che della costa. Vorrei tornarci in vacanza”, ha dichiarato l’atleta nel corso della conferenza stampa di presentazione degli spot lo scorso settembre. Si tratta di emozionanti spot pubblicitari, appunto, della durata di 15, 30, 60, 120 e 300 secondi trasmessi in televisione, ma non solo, anche in radio e diramati tramite social network e internet. Numana, Loreto, Recanati, Sirolo, Portonovo, Parco del Conero, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, Offida, Fiastra sono alcune delle suggestive località solcate dalle ruote di Nibali, in una serie di giri compiuti proprio per realizzare filmati e fotografie pensati per la campagna promozionale di questo tipo di turismo esperienziale. Nelle pubblicità si possono ammirare le meravigliose terre marchigiane, mentre Nibali percorre i sentieri che le collegano le une alle altre, da quelle marittime a quelle collinari, fino alle zone colpite dal sisma del 2016. “Il mio nome appare spesso legato alle Marche, anche per le gare disputate quando ero molto giovane, nelle categorie juniores e dilettante, per parlare poi delle due Tirreno Adriatico che terminano proprio a Porto Sant’Elpidio”, ha continuato. Noi di Why Marche abbiamo raggiunto “lo squalo” mentre si trovava nelle Marche, precisamente a Urbino, la prima settimana di dicembre, appunto per girare gli spot pubblicitari. Durante la sua visita nella città urbinate, Nibali si è recato al Palazzo Ducale, nel quale ha potuto ammirare la mostra di Raffaello, al Teatro Sanzio e alla Fortezza Albornoz. Da Urbino, inoltre, in procinto di celebrare il cinquecentenario dalla morte di Raffaello Sanzio nel 2020, passerà il Giro d’Italia Under 23. Ma lasciamo la parola all’atleta.
Tutti conosciamo Vincenzo Nibali come uno dei più grandi corridori della storia del ciclismo italiano. Come è nato “lo squalo dello stretto” quando non pedala?
Quando non pedalo e non mi alleno, cerco di dedicare del tempo prezioso alla mia famiglia, mia moglie e mia figlia.
Come nasce la passione per il ciclismo? Quali sono i ricordi delle tue prime uscite?
La passione per il ciclismo mi è stata trasmessa da mio padre, cicloamatore. Con lui ho affrontato le prime uscite e ho mosso i primi passi nel mondo della bici. Mio padre mi ha fatto appassionare a questo sport e mi ha inculcato la passione per la bici.
Ci sono stati dei momenti, durante la tua carriera, in cui hai pensato di non farcela, di abbandonare tutto?
Di abbandonare tutto no. Ma momenti difficili sì, soprattutto nei primi anni di esperienza da professionista, dove mi sono rapportato con atleti molto forti che fino a poco tempo prima vedevo solamente in televisione.
Sei conosciuto anche come “lo squalo dello stretto”. Ci racconti com’è nato questo soprannome?
Il soprannome nasce dal mio fan club siciliano e dal fatto che tempo fa era stato avvistato uno squalo nello stretto. Inoltre il mio modo di affrontare le salite aggredendo la strada e non perdendo di mira la meta è stato paragonato alla grinta e alla forza di uno squalo.
Descrivici una tua giornata tipo di allenamento: ti alleni da solo o con la tua squadra? Sei seguito da un preparatore?
Ogni giornata che vivo è diversa: dipende dal periodo della stagione e dagli obbiettivi che ho intenzione di conseguire. Ho un preparatore, Paolo Slongo, che mi segue da molti anni. Seguo giornalmente le sue indicazioni.
Quanto e come ti alleni in preparazione a una gara?
Anche per quanto riguarda la preparazione atletica, tutto dipende dal tipo di gara. A volte le gare si preparano in altura (mi riferisco a quelle suddivise a tappe come il Giro, il Tour e la Vuelta) e preparazioni assolutamente mirate.
Che tipo di alimentazione segui?
La mia alimentazione è varia: mangio bene, in maniera sana e un po’ di tutto. Non seguo una dieta specifica a differenza di molti atleti. Dipende poi dal periodo. In inverno si sta più attenti al peso mentre in primavera ed in estate, in piena stagione agonistica, si lavora in maniera più intensiva e si mangia di più.
Sei uno dei pochi ciclisti nel mondo ad aver conquistato almeno un’edizione dei tre grandi giri. Che sensazioni ti hanno lasciato queste vittorie e questi traguardi?
Raggiungere tali traguardi regala sensazioni uniche e ogni vittoria ha un suo percorso peculiare e particolare, con le sue criticità e soddisfazioni, per arrivare al successo.
Quale è stata la gara più impegnativa, fisicamente e mentalmente?
Sicuramente tutte le grandi corse a tappe sono le più impegnative, sia mentalmente, che fisicamente, perché durano circa quattro settimane.
Le Marche: che rapporto hai con la regione? Raccontaci dei percorsi che hai seguito lungo le strade marchigiane per girare gli spot. Cosa ti ha colpito di questi territori?
Ho iniziato il rapporto con le Marche circa sei mesi fa e ho avuto modo di conoscere il territorio diverse volte per girare gli spot. Ho scoperto posti incantevoli per pedalare: mare, collina e montagna sono tutti molto vicini in un territorio ideale per passeggiate e per effettuare percorsi in bici in mezzo alla natura più straordinaria. Abbiamo effettuato tante riprese, abbiamo visto le colline, i vigneti, le cantine… tutte curate nel dettaglio. Per non parlare dell’ospitalità che ci è stata riservata dai vari paesi.
Un ricordo del campione marchigiano ed ex compagno di squadra Michele Scarponi.
Michele era più di un compagno, era il mio compagno di camera, un uomo eccezionale che teneva allegri tutti ed aveva una marcia in più, soprattutto nei momenti difficili.
Ti stai allenando in vista di qualche gara, in questo momento? Quali sono i progetti futuri che hai intenzione di realizzare?
La stagione è appena iniziate: dall’8 dicembre sono in ritiro con il team ed è iniziata la vera preparazione 2020. La stagione è importantissima: in primis per il Giro d’Italia, poi le Olimpiadi a Tokio in agosto ed i campionati del mondo in Svizzera. Questi sono i miei principali obiettivi dell’anno.
di I. Cofanelli
@foto Regione Marche