La terracotta di Appignano
Molti ambiti dell’artigianato hanno nei secoli dato lustro all’intera regione, tramandandosi di padre in figlio e producendo straordinarie creazioni rimaste nella storia di tanti territori.
L’utilizzo di materiali di base come pelle, legno, stoffa, terracotta, paglia, ceramica, carta e metalli ha fatto sì che nascessero nuovi oggetti d’uso comune, reinventati e rivisitati poi nelle varie epoche secondo le esigenze dei tempi.
Oggi le Marche vantano tante eccellenze, nate proprio da queste antiche idee, delle quali è bene approfondire le origini con un percorso per luoghi e musei ricchi della loro storia. Da nord a sud la Regione presenta testimonianze di tradizioni popolari tutte da scoprire, per capire come tali manufatti sono arrivati dal passato fino ai giorni nostri. Un esempio tra tanti l’arte della terracotta Appignano.
Essa nacque nella povertà del ‘500, quando Pasqualino Mariani arrivò nel piccolo centro di Appignano (piccolo centro abitato nel maceratese), dove l’unico lavoro svolto era quello nel settore agricolo, per aprire una nuova attività come vasaio.
Fu quindi il primo a dare il via a questo grande sapere artigianale che andò ad ampliarsi con molta costanza grazie alla facile reperibilità della terra, incentivando così la produzione di vasi, utensili e suppellettili da cucina in terracotta, sempre molto richiesti.
Venne istituita una “Via dei vasai”, nella quale vi erano le maggiori botteghe artigiane che ponevano i vasi ad asciugare al sole prima della cottura.
Ancora oggi abbiamo testimonianza di quest’arte passeggiando per Appignano, e visitando la Collezione Civica di terracotta e ceramica, ricca di creazioni storiche.