La “Tomba segreta”
L’Ipogeo di Piagge: un sito archeologico perfettamente conservato, custode di un passato ancora da decifrare
Scoperto nel 1996 dall’architetto Gabriele Polverari
A Piagge, chiamano l’ipogeo scoperto nel 1996 dall’architetto Gabriele Polverari, “Tomba segreta”, come a sottolineare il mistero di questa grotta sotterranea, che ad oggi, nonostante gli studi e i lavori di restauro effettuati, sembra non aver raccontato pienamente la sua storia, non aver ancora del tutto restituito il significato dei messaggi iconici che custodisce al suo interno, così come le informazioni circa il suo utilizzo nelle epoche passate.
Nella metà degli anni novanta, dopo una ricerca storica sul territorio di Piagge, Gabriele Polverari, ha individuato il sito archeologico sotterraneo, situato in prossimità dell’ingresso del castello medievale di Piagge. La sorprendente scoperta avviene grazie alle indicazioni fornite dallo zio dell’architetto, che gestiva in quegli anni un macello. Lo zio conduce Gabriele Polverari in questo ambiente “pieno di scarabocchi” che veniva utilizzato come magazzino e come luogo di conservazione degli insaccati. Immediatamente Polverari si rende conto di trovarsi in un luogo ben diverso dalle grotte sotterranee visitate fino ad allora per la sua ricerca storica.
Si tratta infatti di un ipogeo, una costruzione sotterranea di grande interesse storico e antropologico, realizzata interamente dall’uomo, o come riadattamento di una cavità naturale.
Con una larghezza di circa due metri, l’ipogeo di Piagge, esempio di speleologia urbana, si snoda per dodici metri: una grotta di tufo scavata dall’uomo e perfettamente conservata, alla quale si accede scendendo venti scalini nell’arenaria. Gli studi attestano questa costruzione sotterranea tra le più antiche della regione Marche. L’ambiente, estremamente suggestivo, è unico nel suo genere per la presenza di simbologie precristiane. La pianta cruciforme dell’ipogeo, formata da braccia ortogonali, fa supporre che questa costruzione sotterranea fungesse in passato da luogo di culto religioso. Sulle pareti e sulle volte sono presenti numerose decorazioni a forma geometrica disposte in maniera perfettamente simmetrica. La precisione e la perizia tecnica con cui sono state realizzate, dimostra una progettazione pensata e non casuale. Sicuramente, i motivi sono parte di una simbologia religiosa antichissima. L’impianto basilicale dell’ipogeo, poi, confermerebbe l’uso religioso del luogo. I simboli presenti e la struttura dell’ipogeo fanno ipotizzare che sia stato un possibile luogo di iniziazione a ordini cavallereschi o utilizzato per di rituali esoterici, ma non solo. Il territorio di Piagge ha origini storiche romane, e ha molto probabilmente vissuto il periodo di diffusione del cristianesimo. I primi secoli d.C., sono stati però anche momenti di forti contrasti in campo religioso, costellati da persecuzioni. Il territorio di Piagge si sarebbe originato a seguito della distruzione dell’antica città romana di Lubacaria ad opera dei Goti di Alarico I all’inizio del V secolo. Gli abitanti scampati all’eccidio costruirono allora un nuovo insediamento sul vicino crinale della collina, a circa duecento metri più in alto rispetto al precedente abitato, dando così origine alla località delle Pladearum o Pladiæ, nome da cui deriva l’odierno Piagge.
Non è da escludere, quindi, che l’ipogeo potesse essere stato scavato proprio in quel periodo da gruppi di cristiani o da congreghe religiose che cercavano un rifugio sicuro e che successivamente lo abbiano utilizzato come vero e proprio luogo di culto.
Il lavori di restauro e di messa in sicurezza dell’ipogeo sono iniziati nel 2012 e nel 2016, dopo vent’anni dalla sua scoperta, l’ipogeo di Piagge è stato inaugurato e aperto al pubblico, sotto il patrocinio del Comune di Piagge, con la collaborazione dell’associazione culturale ProArt e della Proloco.
L’opera di restauro ha permesso di scoprire nuovi elementi di rilievo che insieme ad uno studio sul territorio potranno consentire una datazione più precisa del sito e di conoscere maggiori aspetti circa il suo utilizzo nel passato che ancora oggi non sono del tutto stati decifrati. «Ci sarebbero 70 pagine di cose nuove sull’ipogeo» spiega Polverari «che si dovranno aggiungere come approfondimento a quanto già raccontato nel libro Piagge», scritto dallo stesso architetto insieme a Gianni Volpe.
La gestione dell’Ipogeo è stata affidata dal Comune di Piagge all’associazione ProArt, che si occupa anche degli spazi adiacenti, utilizzati per esposizioni artistiche personali e collettive temporanee. L’associazione ProArt, formata da oltre cento artisti, offre al pubblico una mostra al mese, animando l’ipogeo, che diviene così spazio dove convivono e si esaltano a vicenda archeologia e arte contemporanea.
L’ipogeo di Piagge è visitabile tutti i sabati e le domeniche dalle 18,00 alle 20,00, oltre alle giornate di apertura straordinaria in occasione di eventi e mostre. Il successo e l’apprezzamento da parte dei visitatori dimostra quanto questo sito sia per Piagge e per il comune Terre Roveresche un ulteriore e importante tassello per la promozione culturale e turistica del territorio.
Piagge è una località che insieme a Barchi, Orciano e San Giorgio di Pesaro, fa parte del comune sparso di Terre Roveresche. Situato una quindicina di chilometri all’interno della costa adriatica, e posto sulla riva destra del fiume Metauro, Piagge, si erge ripidamente lungo le prime pendici collinari dell’Appennino umbro-marchigiano. Dal centro abitato svettano, e rendono riconoscibile Piagge anche in lontananza, i campanili della chiesa di Santa Lucia e la torre civica.
di S. Cecconi