L’Atlantide dell’Adriatico
Mito e leggenda della città di Valbruna sorta nei pressi dell’attuale Baia di Vallugola e poi misteriosamente dispersa nel fondo del mare
Gabicce Mare è una delle più apprezzate località marittime delle Marche che nasconde un segreto sottomarino, una leggenda che persiste da secoli, una storia che affascina chiunque si trovi a passare per le sue spiagge: la leggenda di Valbruna, l’Atlantide dell’Adriatico.
Valbruna è una città mitica, che sarebbe sorta nei pressi dell’attuale Baia di Vallugola e poi misteriosamente dispersa nel fondo del mare. L’insenatura di Vallugola è una piccola lingua di spiaggia pietrosa, occupata da un vivace porticciolo turistico, con alle spalle le pareti della propaggine settentrionale del Monte San Bartolo, motivo per il quale i gabiccesi sono soliti soprannominare quest’area “sottomonte”.
Un cippo rinvenuto nel promontorio occupato da Gabicce sembra corroborare l’ipotesi: la pietra reca un’incisione dedicata a Giove Sereno, protettore dei navigatori. Questa scoperta ha acceso di entusiasmo chiunque avesse sentito parlare di Valbruna. Molti hanno visto nella stele ciò che resta di un antico tempio, edificio cardine nelle città di cultura greca e romana. Secondo i racconti, infatti, Valbruna sarebbe stata ben più di un semplice insediamento, ma una ricca e fastosa città fondata dai Greci o, secondo altre versioni, dai Romani.
Tanti pescatori locali giurano di aver catturato, in gioventù, tra le maglie delle loro reti, antiche anfore ancora perfettamente conservate o frammenti inconfondibili di statue, come braccia o teste finemente modellate. La verità è che, a partire da incerte fonti del Settecento, la leggenda di Valbruna, pur continuando ad animare la fantasia, non ha mai trovato altri riscontri storici rispetto a quelli – molto deboli a dire il vero – sopra citati.
L’enigma su questa ipotetica città resta con ogni sorta di congettura anche riguardo alla sua fine. C’è chi parla di un terribile terremoto, chi tinge la storia di mitologia con il dio Nettuno che adirato o forse addirittura geloso dello splendore di Valbruna, decise di reclamare per sé tanta opulenza, e di portarla negli abissi in cui aveva dimora. Tornando a congetture più scientificamente verosimili, se davvero una città c’è stata a largo della Baia di Vallugola, essa è probabilmente scomparsa a causa dell’incessante lavoro di erosione operato in questa zona dal mare Adriatico, che nei secoli ha guadagnato metri su metri alla spiaggia, mentre contemporaneamente si alzava il livello medio dell’acqua. A ciò si aggiunga il possibile coinvolgimento delle frane, fenomeno frequente in una zona costiera che, come detto, ha alle spalle le falesie del Monte San Bartolo.
Le ipotesi si susseguono e continuano a essere formulate, stimolate dalla fascinazione unica che il mito di una magnifica città sommersa esercita sulla fantasia umana da quando Platone, quasi 2.400 anni fa, fece per la prima volta il nome di Atlantide.
La favola di Valbruna non può fare a meno di stuzzicare e incuriosire turisti visitatori.