Le cisterne romane di Fermo
Sono il simbolo dell’antica Firmum Picenum, sono il più grande serbatoio romano d’Italia con una portata di 15.000 m3 e sono rimaste magnifiche e funzionanti per più di 2000 anni.
Che i romani fossero ingegneri idraulici abilissimi quanto arditi lo abbiamo appreso dai libri di storia, ma continuiamo a stupirci ogni volta che visitiamo un’opera come questa: un complesso maestoso e ancora perfettamente funzionante.
L’ampio sistema idrico di Fermo fu realizzato tra il I° secolo a. C e il I° secolo d. C. per immagazzinare l’acqua piovana e distribuirla in varie zone della città fino al porto sull’Adriatico (distante 7 Km). In quel periodo la colonia romana di Firmum Picenum era una delle città più importanti dell’Italia centrale che, nel 41 a.C., si legò ancora più saldamente a Roma in seguito all’insediamento dei veterani di Ottaviano Augusto nel territorio. Si spiegano così gli importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento urbanistico di età augustea: la nuova cerchia di mura, la rete idrica con le cisterne, il teatro.
Il complesso idrico di Fermo comprendeva pozzi, condotti sotterranei, tubature di piombo, fontane e ben tre cisterne ipogee, disposte a diverse altezze. Il primo serbatoio, il più piccolo, si trova sulla collina del Girfalco sotto l’abside del duomo. Gli scavi del 1927 hanno individuato una struttura simile a quella delle Grandi, e più note, Cisterne: una base rettangolare di 7 x 4,5 metri e un’altezza di solo un metro e mezzo. L’ambiente è suddiviso in quattro camere non comunicanti tra loro, coperte da volte a botte. Queste cisterne sono oggi interrate e quindi non visitabili.
Anche il secondo serbatoio, noto con il nome di Piccole Cisterne, per le dimensioni ridotte, nella struttura non presenta difformità significative rispetto alle Grandi Cisterne. Vi si accede da largo Temistocle Calzecchi Onesti e su di esso poggia parte del palazzo comunale. Ha una pianta rettangolare di 28 x 12 metri, suddivisa in sei camere con coperture e botte. Tra il ‘500 e l’800 sono state utilizzate come carcere e ora vi vengono allestite mostre temporanee.
Ma Fermo è conosciuta per le Grandi Cisterne, un’architettura colossale, suggestiva e sbalorditiva: è un’enorme vasca rettangolare sotterranea di circa 65 x 30 metri suddivisa in trenta stanze disposte su tre file parallele. Le camere rettangolari hanno una dimensione di 9 x 6 metri e sono coperte da volte a botte che raggiungono al colmo i 6 metri di altezza. Ogni camera è collegata alle altre con archi a tutto sesto di diverse ampiezze. Il pavimento presenta una pendenza costante dell’1% verso i canali di distribuzione per favorire lo scorrimento delle acque da una stanza all’altra dopo essere penetrate attraverso dei cunicoli dai pozzi di captazione.
Le Grandi Cisterne offrono un eccellente esempio delle principali tecniche costruttive dei romani. Le mura perimetrali sono in opus caementicium (frammenti di pietra e materiali da costruzione impastati con la malta) mentre le pareti interne sono in opus testaceum cioè sono realizzate con mattoni di argilla che qui sono particolarmente ricchi di ossido di ferro che conferiscono agli ambienti la caratteristica colorazione rossastra. Questa muratura è rivestita da una zoccolatura alta circa 70 cm in opus signinum o cocciopesto (piccoli frammenti di laterizi impastati con calce) che garantiva l’impermeabilizzazione. Le Cisterne venivano riempite solo fino a quest’altezza, così le camere potevano essere regolarmente pulite e l’aria, che giungeva dai condotti di areazione, circolava con facilità, mantenendo l’ambiente salubre.
Nel corso dei secoli i proprietari delle abitazioni sovrastanti hanno utilizzato le camere delle Grandi Cisterne come cantine private mentre durante la seconda guerra mondiale furono utilizzate come rifugio contro i bombardamenti. Alla fine dell’Ottocento la cisterna fu svuotata dei detriti accumulatisi nei secoli, fu restaurata e fu in parte riutilizzata fino al 1980 quando sono iniziati gli ultimi lavori di restauro che l’hanno resa visitabile.
Oggi si accede alle Grandi Cisterne da via degli Aceti. L’antico ingresso romano e quelli medievali sono invece murati e visibili solo dall’interno.
Se ancora non le avete visitate, l’estate è il momento giusto per farlo! All’interno troverete finalmente un po’ di refrigerio (la temperatura è intorno ai 14 gradi tutto l’anno). Sarà un’esperienza divertente anche per i bambini che non potranno annoiarsi con così tante pozzanghere in cui sguazzare.
La visita è guidata e il percorso inizia dal punto informativo dei Musei di Fermo in Piazza del Popolo. Per informazioni sulle visite e prenotazioni: 0734 217140.
di S. Brunori