L’eredità dei Malatesta a Fano
Fano è una città dalla lunga storia, la cui memoria sopravvive riccamente nella città. L’eredità romana pervade l’essenza della città, ma altrettanto evidenti sono i lasciti dell’epoca medievale e rinascimentale.
Di particolare importanza per la storia cittadina è il dominio della ricca e potente famiglia dei Malatesta, signori della città dal 1357 al 1463, quando Sigismondo Malatesta dovette cedere Fano al duca di Urbino Federico da Montefeltro dopo un lungo assedio.
Di questo secolo di dominio il Palazzo Malatestiano è il meraviglioso simbolo. Affacciato su Piazza XX Settembre, punto nevralgico del centro storico, accanto al Palazzo della Ragione, questo palazzo fu fatto costruire da Galeotto I come residenza ufficiale della signoria. La sua attuale struttura riflette il lungo viaggio nella storia dell’edificio, che dopo il declino malatestiano è stato per molto tempo adibito a sede del Comune fino a diventare oggi sede del Museo Civico. Le alterne vicende storiche hanno lasciato la loro impronta nei numerosi e vari interventi architettonici apportati all’edificio, molto diversi tra loro, che gli conferiscono attualmente uno stile architettonico eclettico, ben visibile negli archi e nel loggiato del cortile interno, con elementi sia gotici che rinascimentali, fino ad aggiunte molto più moderne.
All’interno del Museo Civico, tra i preziosi reperti archeologici e le splendide tele della Pinacoteca, con firme prestigiose come quelle di Guido Reni e del Guercino, possiamo trovare ben conservato un elegante farsetto appartenuto a Pandolfo III, uno dei signori malatestiani di Fano.
La sua tomba giace insieme a quelle di Paola Bianca Malatesta e Bonetto di Castelfranco, tutte monumentali e riccamente scolpite, con decorazioni realizzate da alcuni dei più importanti artisti rinascimentali come Matteo Nuti, Leon Battista Alberti e Agostino di Duccio, a mostrare che il grande sfarzo signorile sarebbe perdurato anche al di là della vita terrena.
Le tombe occupano la loggia da cui si accede all’ex chiesa di San Francesco, un luogo unico e suggestivo. La struttura perimetrale, imponente e austera, sopravvive in buone condizioni, mostrando l’influsso di vari stili architettonici che si sono succeduti alla costruzione originale databile al XIII secolo. Ma quello che rende speciale la chiesa lo si scopre solo alzando lo sguardo. Non una volta affrescata, ma il cielo aperto ci si para davanti. Dopo il terremoto del 1930 il tetto fu completamente asportato perché ritenuto troppo instabile. Una situazione d’emergenza ha dato vita alla possibilità di trovarsi in una scenografia incredibilmente affascinante, dove la sapienza architettonica si unisce alla meraviglia naturale della volta celeste.
Altra eredità malatestiana è infine l’omonima Rocca, nata per volere di Sigismondo Malatesta che coinvolse nel progetto anche il grande Brunelleschi. Con la sua rigida struttura quadrangolare la Rocca costituiva un formidabile scudo per la difesa di Fano, inserita nel contesto delle mura malatestiane, ancora ottimamente conservate per buona parte del perimetro originale, sviluppato più esternamente rispetto all’antica cinta di epoca augustea.