Luoghi di bellezza e cultura a Mondavio
Un teatro-bomboniera e tante pregevoli opere d’arte
Il profilo di Mondavio è dominato dalla Rocca Roveresca. Essa attira gli sguardi e la curiosità di tutti i visitatori. Ma sarebbe un grave errore pensare che l’attrattiva di Mondavio si esaurisca col finire del perimetro della Rocca.
Numerosi sono i luoghi affascinanti che punteggiano il borgo medievale. Viene subito in mente quell’autentico gioiello che è il Teatro Apollo, una piccola bomboniera che incanta gli occhi. Ricavato negli spazi della quattrocentesca ex chiesa di San Filippo Neri, in Piazza della Rovere, il teatro fu costruito sul finire del Settecento. L’aspetto che ammiriamo oggi è però frutto di un profondo rinnovamento, portato a termine nel 1887. Il teatro, che tra la platea e i due ordini di palchi ha una capienza massima di 80 posti a sedere, stupisce per la sua raffinata eleganza. Concorrono a suscitare questa sensazione i delicati colori acquerellati del soffitto merlettato. I toni azzurri rimandano a un cielo soave, dove gli angelici putti dipinti circondano il medaglione centrale raffigurante Apollo che suona la cetra, patrono mitologico delle arti.
Curioso è anche il meccanismo, ancora funzionante, in grado di sollevare la platea fino al livello del palco, in occasione delle feste in maschera in voga ai tempi. Questo teatro fu incredibilmente attivo durante tutto l’Ottocento, tanto che il grande afflusso di spettatori portò a far costruire Piazza della Rovere.
Pregevoli dimostrazioni d’arte trovano spazio anche all’interno della Pinacoteca Civica. Situato nell’affascinante cornice del chiostro francescano e diviso in quattro stanza tematiche, il museo ospita opere del tutto peculiari. Particolare, per l’insolito tema trattato, è per esempio l’iconografia della Morte di San Giuseppe, riconoscibile dai suoi attributi di falegname. Molto bella è la pala trecentesca raffigurante la Madonna in trono col Bambino e due donatori. Nella cuspide della pala è ritratta la Crocifissione, opera di Olivuccio di Ciccarello da Camerino. Preziosi sono anche i molti volumi antichi raccolti nel museo, provenienti dall’antica libreria dei Frati Cappuccini. Tra i tanti esemplari, citiamo come affascinante esempio l’incunabolo La Paulina, testo di Paulus de Middelburg, astronomo e umanista. In questo poderoso volume lo studioso discetta sulla tematica della data della Pasqua.