Montefabbri, un piccolo universo di pace e storie
Piccola frazione del comune pesarese di Vallefoglia, inserita tra i “Borghi più belli d’Italia”, è un miracolo di bellezza.
Situato su una collina, lungo l’antica strada che collega Pesaro a Urbino, Montefabbri rivela subito al visitatore il suo antico impianto architettonico tipicamente medievale. Il castello, con la sua imponente porta monumentale, l’antica. cinta muraria, i suggestivi vicoli e la pieve di San Gaudenzio.
Un’unica porta d’accesso immette direttamente nel centro, attraverso una strada che costeggia le mura e si dirama a raggera in piccoli vicoli su cui si affacciano le case fitte. Sopra l’arco d’ingresso è ricavata una formella con raffigurata la Madonna del latte, mentre sul lato interno compare lo stemma dei Paciotti. Si tratta della famiglia storicamente più importanti di Montefabbri, a cui il paese venne concesso in feudo nel 1578 dal duca d’Urbino.
Percorrendo le vie pacifiche di questo borgo, ci si accorge ben presto che convergono in un unico punto, la Pieve di San Gaudenzio, fulcro urbano e identitario. Le sue origini sono antichissime, antecedenti alla nascita stessa del paese, che intorno alla chiesa si sarebbe poi formato. Possiamo figurarcela questa chiesa, agli inizi dell’XI secolo, quando fu costruita, solitaria e solenne, in cima alla collina, a dominare il vasto paesaggio. Di quest’atmosfera la Pieve è tutt’ora intrisa. La stessa uscita un’automatica reverenza, accentuata dall’imponente campanile, alto 25 metri, che la affianca. L’interno è un piccolo gioiello. Numerose sono le tele, quasi tutte realizzate in stile barocco, che coronano le nicchie laterali e l’altare. Ma le decorazioni più affascinanti sono sicuramente le scagliole del XVII secolo, le più antiche delle Marche. Con questa particolare tecnica d’intarsio in gesso, tutta eseguita in bianco e nero, sono realizzati pannelli, lapidi e paliotti, tra cui spicca quello stupendo dell’altare maggiore che rappresenta San Francesco da Paola in preghiera. Da segnalare nella Pieve anche la cripta, che custodisce le reliquie di Santa Marcellina, e il battistero, ricavato da un cippo marmoreo romano.
Montefabbri, come la sua Pieve, è un piccolo scrigno che custodisce un tesoro di bellezze e di storie.