Pierosara, il borgo medioevale sospeso tra leggenda e magia del paesaggio
Teatro di un tragico amore e posto su un’altura che domina la valle, è situato nel cuore pulsante del parco Naturale Gola della Rossa e di Frasassi
La leggenda di Piero e Sara
Narra la leggenda che Castel Petroso, oggi Pierosara, fu teatro di un tragico amore.
“In un tempo molto lontano, il conte di Ravellone, feudatario del Castello di Rotorscio, si invaghì di una bella e giovane fanciulla di nome Sara, che abitava a Castel Petroso. Ella era però innamorata e promessa già ad un altro giovane di nome Piero. Il conte, che non si rassegnava, decise di compiere un malvagio gesto e una notte, mentre tutti i castellani dormivano, si introdusse nel castello e tentò di rapire la povera fanciulla. Le urla di Sara destarono gli abitanti, che subito chiusero le porte del castello per evitare la fuga dei due, e iniziarono una battaglia sanguinosa contro il conte e i suoi cavalieri. Gli abitanti di Pierosara riuscirono ad avere la meglio e, costretto alla resa, il conte, pur di non lasciar andare la fanciulla, la uccise con il suo pugnale.
A quel punto Piero accecato dal dolore e dall’ira aggredì l’uomo responsabile della morte della donna amata, ma il conte lo affrontò con una scure e lo colpì a morte . Il giovane cadde a terra e poco prima di spirare abbracciò per l’ultima volta la sua amata Sara. In ricordo di quel tragico amore Castel Petroso da quel giorno assunse il nome di Pierosara.”
Da Castel Petroso a Pierosara: le origini
Sebbene i più romantici attribuiscano l’odierno nome del borgo medievale alla leggenda dei due innamorati, che se avesse fondamento storico si collocherebbe tra il 1100 e il 1200, in realtà questo assunse il nome di Pierosara solo nell’ottocento, dopo diverse modifiche attribuibili alla naturale evoluzione del lessico e alle influenze linguistiche dei tanti popoli che occuparono Pierosara nel corso dei secoli.
Il nome originario Castel Petroso – Castrum Petrosum – deriverebbe dalla natura rocciosa del luogo, e mutò nel corso del tempo in Plerosaria, Plarosara e Perosara.
Fu un importante castello medievale e, vista la privilegiata posizione che domina a nord-est la Gola della Rossa e a sud-ovest la Gola di Frasassi non c’è da stupirsi se il borgo di Pierosara fu struttura difensiva romana, poi roccaforte bizantina e infine gastaldato longobardo di confine.
Dopo il periodo di dominio longobardo, Castel Petroso passò alle dipendenze dell’Abbazia di San Vittore, pur continuando ad attenersi alle leggi longobarde fino al XII secolo, e nel 1212 i monaci benedettini ne cedettero i diritti al Comune di Fabriano. Tuttavia Pierosara riuscì a mantenere una sua autonomia fino alla costituzione del Regno d’Italia: lo dimostra l’uso di un proprio sigillo a croce latina.
Pierosara oggi: il borgo medioevale
Posto su un colle roccioso a 394 metri sul livello del mare, oggi fa parte del comune di Genga nella provincia di Ancona.
Pierosara conserva ancora intatte parte delle mura difensive, il cassero e la torre mozza a pianta quadrata.
Il nucleo di Pierosara è un tipico agglomerato medievale con un tessuto edilizio fortificato caratterizzato da un doppio sistema difensivo, secondo il modello dei borghi murati, molto diffusi nell’area appenninica.
L’ingresso all’interno delle mura è consentito da una prima porta, chiamata iauna catri, costruita ad arco a tutto sesto e volta interna a botte e da una seconda che conduce, attraverso una caratteristica scala, all’antico palazzo del feudatario.
Nella parte più alta del borgo, su uno sperone di roccia calcarea, sorge la torre che domina la valle sottostante e che aveva funzioni difensive e di avvistamento. La torre alta quindici metri, in passato era dotata di merlature e risale all’XI secolo.
La magia del paesaggio
Passeggiando per Pierosara la storia e la leggenda fanno spazio al paesaggio, perché il panorama che si scopre non lascia spazio che alla contemplazione. Il paese infatti è nel cuore pulsante del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi. Il verde della vegetazione, a contrasto della roccia rossa sulla quale Pierosara poggia, è prorompente e mette in una condizione di pace interiore. Domina il silenzio e il rumore della natura. Dall’alto le macchine che attraversano la strada statale 76 sembrano delle formiche silenziose.
Il clima d’estate è gradevole e ventilato, perfetto per chi vuole scappare dall’afa della città. Pierosara inoltre, è uno dei luoghi da cui gli escursionisti più esperti possono intraprendere uno dei tanti sentieri presenti all’interno del Parco naturale. Infatti, dalla chiesetta posta appena fuori dal borgo è possibile imboccare il sentiero 117 che, incrociando il bivio che porta alla Grotta di Mezzogiorno, conduce al Foro degli Occhialoni, una vera e propria finestra dalla quale è possibile ammirare lo spettacolare panorama sottostante della Gola di Frasassi. Proseguendo sempre per questo sentiero si incontrano i Gradoni, delle scale incise su roccia che conducono ad una cresta a strapiombo sulla gola. Lo spettacolo è assicurato.
di S. Cecconi