Ridere è una cosa seria
‘Na chiacchierata co’ Adalgisa Palpacelli
Lucia Fraboni parla con voce perfettamente modulata quando la raggiungo al telefono. Scandisce le parole, le pesa, lascia fluire l’eloquio. Mentre conversiamo, non traspare nessuna evidente inflessione dialettale. È insomma una personalità opposta a quella di Adalgisa Palpacelli, l’estetista di Macerata divenuta il suo alter ego con cui tutti la conoscono. Adalgisa è irruenta, straripante e ogni sillaba che pronuncia è marcata da un maceratese strettissimo. Una trasformazione degna del dottor Jekyll e mister Hyde.
Adalgisa è autrice e interprete di una lunga serie di personaggi comici, ognuno con la sua storia e personalità, tutti accomunati da un’esagerata parlata dialettale marchigiana. Sono figure che il pubblico ha imparato a conoscere e ad amare. Non solo Adalgisa, ma anche Ida di Chiaravalle, Alfia da Cingoli, Stamura di Ancona ecc. Personalità multiple che fanno capo alla creatività di Adalgisa, che il gusto dell’esibizione e dello spettacolo ce l’ha da sempre. Come lei stessa mi racconta: “È dai tempi dell’asilo che amo esibirmi di fronte a un pubblico che, in quel caso, era composto dai miei compagni e dalle maestre. Il mio idolo era Raffaella Carrà. Tutti quei vestiti sgargianti, le paillettes e gli strass, il canto e il ballo, mi stregavano”.
Il sogno non se ne va crescendo, anzi, diventa parte integrante della vita di Adalgisa. Il caso ci mette lo zampino: il padre apre un piccolo canale televisivo locale che scimmiotta le trasmissioni di Canale 5. Primi spettatori, primi apprezzamenti e risate. Poi il passaparola che la conduce in radio. Gli estimatori aumentano. Adalgisa, che è ancora Lucia, si fa conoscere e amare. Emittenti via via più grandi la notano, arriva infine la chiamata di Radio 105, il picco della sua carriera radiofonica. “Se devo essere sincera”, mi dice, “non ho mai rincorso il successo. Non era quello che mi interessava. A me piaceva semplicemente fare quello facevo. Anche gli inizi in radio sono venuti quasi per caso, non perché li avessi realmente cercati. È lì che è nato per la prima volta il personaggio di Adalgisa, che ho portato anche nei primi spettacoli dal vivo. Ebbe un enorme successo, tanto che decisi di usarlo come mio nome d’arte”.
Piazze, locali, feste private, fino ai palcoscenici dei teatri sempre sold out. Il pubblico va in visibilio quando sente quei suoni a volte striduli altre gutturali, le g al posto delle c, le parole troncate e tutto il resto dell’armamentario fonetico del marchigiano doc. “Ho un orecchio molto musicale, mi è sempre riuscito facile memorizzare e riproporre i dialetti, non solo marchigiani. Pensa che quando ero ragazzina e con le mie amiche andavamo a ballare facendo l’autostop, ogni volta mi divertivo a impersonare una ragazza di una città diversa con i nostri ignari chauffeurs, facendole morire dal ridere!”.
Le domando quale accento diverte di più lei e il suo pubblico, e se ne manca qualcuno nel suo repertorio. “Non mi sono ancora cimentata con l’ascolano, ma sicuramente comparirà con qualche nuovo personaggio. Il dialetto maceratese è quello con cui ci identificano in tutta Italia, e quando lo marco in modo vistoso è sempre divertente! Ma anche Alfia col suo cingolano miete risate a non finire”.
Fernando Pessoa, grande poeta portoghese, inventava eteronimi fittizi a cui faceva scrivere ogni volta in uno stile diverso. Adalgisa fa lo stesso con i suoi personaggi. Ma da dove nasce l’ispirazione? “Spesso da persone vere, di cui enfatizzo tic e manie. La prof.ssa Viridiana Pigliapoco, per esempio, il cui nome è tutto un programma, nasce da una vera insegnante di liceo classico che era un autentico stereotipo: acida e con la puzza sotto il naso. È stato divertente caricaturarla. E sai una cosa? Quando ha visto lo spettacolo, si è sciolta ed è morta dal ridere!”.
Risate assicurate, fondamentali soprattutto nei difficili momenti che stiamo vivendo. Il personaggio di Stamira, bidella di Ancona, follemente innamorata dell’ormai notissimo immunologo Burioni (anzi, Buriò), ha tenuto compagnia ai marchigiani e agli italiani in questi mesi con dei divertentissimi video sul profilo youtube di Adalgisa. Rigorosamente in anconetano.
Il pubblico si diverte, prende la vita con più leggerezza, ma dietro ogni spettacolo c’è tantissimo lavoro. Adalgisa sottolinea: “Curo tutto dei miei personaggi, in ogni dettaglio. Mi capita spessissimo di viaggiare, soprattutto a Londra, che amo. Ogni volta torno da lì con vestiti strani presi nei mercatini dell’usato che poi riaggiusto per creare le maschere che interpreto”.
Le chiedo, infine, cosa secondo lei fa così tanto ridere il suo pubblico: “Ridono perché in fondo si vedono rispecchiati. Il comico esagera la realtà, esaspera le nostre debolezze fino a raggiungere un effetto catartico sul pubblico. I marchigiani sono persone straordinarie, bonarie e genuine, ma a volte anche diffidenti o burbere. Agli spettatori fa sorridere che io dica in modo così carnascialesco ciò che loro per educazione o timidezza a volte tacciono. Si liberano con lo sfogo migliore che ci sia: la risata”.
Sì, ridere è una cosa seria.
di. F. Cantori