Rossini 150°, al via le celebrazioni per il genio di Pesaro
Gioacchino Rossini, compositore, seduttore e gourmet
Mangiare e amare, cantare e dirigere: i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita.
Il 13 novembre 1868, a settantasei anni, moriva nella sua villa di Passy, a Parigi, il compositore pesarese Gioacchino Rossini.
In questo 2018, a 150 anni dalla sua scomparsa, in tutta Italia ed in particolar modo nella sua città natale, Pesaro, si celebra, si ricorda e si racconta il genio pesarese. Ha dominato con la sua musica per tutta la prima metà dell’Ottocento con decine di opere liriche senza limite di genere, dalle farse alle commedie, dalle tragedie alle opere serie e semiserie. Tra i componimenti più celebri, citandone solo alcuni, Il barbiere di Siviglia, La gazza ladra e Il Guglielmo Tell. Per la sua importanza ed il suo contributo alla musica operistica italiana è stato definito da Giuseppe Mazzini il “Napoleone di un’epoca musicale”.
Figlio del musicista Giuseppe Rossini detto “vivazza” e Anna Guidarini, una cantante lirica, già durante l’infanzia è costretto a frequenti spostamenti tra le Marche e l’Emilia Romagna per motivi familiari e di studio. A Bologna e a Lugo, il giovanissimo Rossini, prenderà lezioni di musica e composizione. Nel 1808 verrà ammesso al Liceo Musicale di Bologna dove completerà gli studi di violoncello, pianoforte e contrappunto.
Con l’opera Tancredi, nel 1813 si rivela il genio di Rossini. Tratta dalla tragedia omonima di Voltaire e rappresentata alla Fenice di Venezia, con quest’opera manifesta il raggiungimento della sua maturità artistica. Il capolavoro entusiasma il pubblico tanto che resterà in Europa e negli Stati Uniti per tutto l’Ottocento. Sempre a Venezia, al Teatro San Benedetto, debutterà con L’Italiana in Algeri, che ancora oggi con Il barbiere di Siviglia e Guglielmo Tell è l’opera più rappresentata nei repertori di tutti i teatri lirici.
Gli anni successivi, dal 1815 al 1822, vedono Rossini nel pieno di una fervente creatività. In quegli anni gli viene affidata la direzione artistica e musicale dei teatri della città partenopea. Dopo aver riscosso successi e onori a Vienna e Londra, si stabilisce a Parigi dove diventa direttore del Théâtre-Italien. In questi anni si dedica alla composizione di nuovi lavori per questo teatro e per L’Academie Royale de musique. Nel 1829 rappresenta presso quest’ultimo teatro Guglielmo Tell. Sarà l’ultima opera di Rossini che a trentasette anni, nel pieno della gloria, della fama e della popolarità, si ritira a vita privata limitandosi a scrivere solo due opere sacre, cantate e piccoli pezzi per piano. Le ipotesi circolate in merito al suo ritiro dalle scene sono state numerose: un forte esaurimento nervoso, il non voler adeguare la sua musica alla moda del periodo, una nuova amante, la voglia di dedicarsi completamente ai piaceri della vita, primo fra tutti quello per la buona cucina.
La musica e il cibo. Elementi inseparabili e imprescindibili per il geniale compositore pesarese Gioacchino Rossini, che nella sua vita e durante la sua carriera ha saputo unire i piaceri più alti della vita: l’amore per la musica e il bel canto, quello per la buona tavola così come quello per le donne. Ed ecco quindi Il barbiere di Siviglia, la ricetta dei tournedos e dei maccheroni, Isabelle, Olympe e le innumerevoli altre amanti. Un genio musicale dalle mille sfaccettature, che dimostrava nella sua musica così colorata e variegata un profondo amore per la vita e i suoi piaceri.
Probabile quindi che durante quegli anni di “silenzio rossiniano” il maestro si sia dedicato completamente alla cucina. Lo stesso Rossini si definiva «pianista di terza classe, ma primo gastronomo dell’universo». Il compositore marchigiano è stato un vero e proprio gourmet, che amava non solo assaporare pietanze prelibate ma anche cucinarle e inventare nuove ricette. Si dice che componeva mangiando e cucinando, o che cucinava componendo. Alcune brevi arie per pianoforte, non a caso, sono intitolate ad antipasti e dessert. Famose le sue ricette dei maccheroni, di filetti e di insalate a base di tartufi. Durante la sua permanenza a Parigi si faceva inviare diverse prelibatezze dall’Italia come i maccheroni da Napoli, le mortadelle da Bologna, i formaggi da Gorgonzola, i panettoni da Milano, i tartufi da Ascoli. Rossini era molto esigente anche nella scelta dei vini. Nella Biblioteca Laurenziana Medicea di Firenze è custodito un menu, redatto dallo stesso compositore, in cui abbina sapientemente un vino ad ogni portata. A Parigi, conobbe Antonin Carême, lo chef più famoso a quel tempo. Tra i due nacque una stima reciproca e il cuoco francese affermò che nessuno al mondo capiva meglio del compositore pesarese la sua cucina. Rossini diceva «Mangiare e amare, cantare e dirigere: questi sono i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita e che svanisce come la schiuma di una bottiglia di champagne. Chi la lascia sfuggire senza averne goduto è un pazzo». Affermazione che spiega perfettamente lo spirito del compositore pesarese che amava godere a pieno e fino in fondo dei piaceri della vita, primo fra tutti il cibo ma anche quello per le belle donne. Rossini si sposò due volte ma ebbe innumerevoli amanti. La prima moglie fu la cantante lirica Isabelle Colbran, la seconda fu una delle cortigiane più in vista di Parigi, la bellissima Olympe Pellissier, con cui trascorse gli ultimi anni della sua vita.
A febbraio 2018, in concomitanza con il non compleanno di Rossini, che nacque il 29 febbraio 1792, hanno preso avvio le celebrazioni rossiniane che proseguiranno per tutto l’anno 2018. Il progetto “Rossini 150” farà emergere il Rossini pop, un personaggio, un brand e un simbolo dell’identità della città di Pesaro, capace di conquistare anche i non addetti ai lavori, perché Gioacchino Rossini è un personaggio poliedrico: compositore, bon vivant, gourmet, seduttore, amante della compagnia e del relax.
Il progetto Rossini 150 guida la strategia internazionale promossa dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, sostenuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, raccontando la cultura italiana attraverso la vita e le opere di un genio universale e assoluto.
Il 23 febbraio ha preso avvio ed è proseguita fino al 4 marzo la Settimana Rossiniana per le celebrazioni del non compleanno di Rossini. Un ricco cartellone di iniziative diverse come concerti, spettacoli, incontri, laboratori e degustazioni. Per tutto il 2018 poi si succederanno eventi dedicati al maestro pesarese. Tra i tanti, “Rossini Experience”, una mostra-percorso audioguidata fruibile a partire da giugno, “Notte Rossini”, il prossimo 10 giugno, una festa per celebrare i 200 anni dall’inaugurazione del Teatro Rossini che avvenne nel 1818 proprio con il compositore che vi diresse La Gazza ladra. Ad agosto, apre il Rossini Opera Festival del 150°, uno fra i maggiori festival lirici a livello internazionale, e a fine settembre “Rossini dialogues” con Patti Smith, amante e profonda conoscitrice del compositore pesarese. Le celebrazioni del 150° lasceranno nella geografia culturale di Pesaro un segno tangibile e concreto attraverso la realizzazione di un museo dedicato a Rossini che sarà ospitato presso Palazzo Montani Antaldi, in cui le nuove tecnologie saranno protagoniste per consentire un’esperienza coinvolgente ed emozionante.
A costituirsi come elemento di raccordo per tutte le iniziative dedicate a Rossini, il nuovo sito gioacchinorossini.it, uno spazio virtuale dove l’utente può costruire il suo viaggio personale nelle opere e nella vita del Cigno pesarese. Un vero e proprio storytelling che rivela un Rossini pop capace di avvicinarsi anche al grande pubblico.
di S. Cecconi