Un “buen ritiro” da Bandiera Blu
La Torre di Portonovo: tre secoli di storia da ammirare nella Baia di Portonovo, a due passi da Ancona
Dalla difesa armata della costa contro le scorribande dei temibili pirati dell’Adriatico, a buen ritiro per i più grandi poeti del ‘900, da “covo” di antifascisti fino ad arrivare ai giorni nostri e vederla come luogo di incontri letterari o meta suggestiva per migliaia di turisti ogni anno: La Torre di Portonovo è da secoli a guardia della baia anconetana, un paradiso incontaminato da Bandiera Blu a due passi dal capoluogo regionale. Tre secoli di storia che saranno celebrati nel 2016 con un calendario di tutto riguardo al quale si sta lavorando già da adesso. Correva l’anno 1716 quando Papa Clemente XI (marchigiano di Urbino) diede ordine di erigere una torre di avvistamento per segnalare l’arrivo delle navi corsare che dalla Dalmazia flagellavano le coste italiane. Il corpo di guardia, in caso di allarme, aveva l’ordine di accendere fuochi per avvisare i soldati di stanza sul Monte dei Corvi. Un passaparola, di torre in torre, fino al porto di Ancona. Oppure si poteva ricorrere ai piccioni viaggiatori, le cui nicchie sono ancora ben visibili all’interno della Torre. Un telegrafo d’altri tempi per la sicurezza dei cittadini. Con l’Unità d’Italia, debellate le ciurme dei pirati, la Torre mantiene comunque il suo ruolo militare, ma si trasforma in una caserma della Regia Marina con annessa guardia medica (che viene eretta a fianco del posto di guardia). È solo verso la fine dell’800 che la Torre incrocia il suo destino con la famiglia De Bosis, attuale proprietaria dello stabile. Il Regno d’Italia decide infatti di vendere le sue torri costiere. Adolfo De Bosis, anconetano trasferitosi a Roma per affari, l’acquista dallo Stato e la restaura.
Poeta, De Bosis dà vita alla rivista Il Convito. Alla Torre, per partecipare al progetto arrivano tra gli altri anche D’Annunzio, Pascoli, Carducci. Si discute, si creano versi, ci si specchia nella natura selvaggia e incontaminata del Conero. “Considerate che all’epoca non esisteva ancora la strada che dalla provinciale porta qui in baia” spiega Alessandro De Bosis, già ambasciatore in Bulgaria e Danimarca e attuale proprietario della storica dimora. Alessandro è nipote del più celebre Lauro De Bosis, figlio di Adolfo, anche lui poeta, scrittore e antifascista italiano. “Lauro, dopo il delitto Matteotti – racconta l’Ambasciatore – creò insieme ad altri antifascisti Alleanza Nazionale per la Libertà, un gruppo che si opponeva al regime messo in piedi da Benito Mussolini. I membri del gruppo furono scoperti, arrestati e condannati da un tribunale speciale per aver diramato volantini che si rifacevano ai principi liberali del Risorgimento. Lauro seppe la notizia mentre si trovava negli Stati Uniti per un ciclo di conferenze”. Nonostante avesse evitato l’arresto, decise comunque di passare all’azione. Da Marsiglia, pilotando un aeroplano, si diresse su Roma lanciando sopra la capitale 400mila volantini contenenti un appello al Re e al popolo contro le leggi illiberali volute da Mussolini. Una missione suicida. Era il 4 ottobre del 1931. Dopo aver emulato l’impresa dannunziana del Volo su Vienna, De Bosis precipitò nel Mar Tirreno sulla via del ritorno. Non prima di aver lasciato il suo testamento spirituale nel libro Storia della mia morte(scritto nella notte tra il 2 e il 3 ottobre). La notizia ebbe eco internazionale. Addirittura il New York Times dedicò un’intera pagina alla vicenda. Per ricordare a tutti questo gesto eroico venne istituita, ad Harvard, una cattedra di Civiltà Italiana intitolata proprio a Lauro De Bosis. Il socialista antifascista Gaetano Salvemini fu il primo titolare.
Una vicenda nazionale e internazionale che trova le sue radici proprio nelle stanze della Torre di Portonovo. Proprio qui Lauro scrisse Icaro, la sua unica opera poetica (una sorta di anticipazione di quella che sarà la sua vita con il protagonista, poeta, che si sacrifica per combattere il tiranno Minosse), e tradusse l’Antigone di Sofocle.
Storie nella storia che oggi sono riproposte dall’Associazione Adolfo e Lauro De Bosische che organizza convegni, incontri, presentazione di libri. Alessandro De Bosis inoltre collabora anche con il Fai. Ogni lunedì e ogni mercoledì, grazie all’impegno del Parco del Conero e del Sistema Museale della Provincia di Ancona è possibile visitare la Torre e scoprirne le bellezze. “Pensiamo – aggiunge De Bosis – che a Portonovo esista un vicinato culturale. I giovani devono sapere che qui, nel giro di appena tre chilometri, ci sono tre importanti beni culturali come il Fortino Napoleonico, la Torre e la chiesetta di Portonovo. La Baia è una grande attrattiva. I turisti rimangono affascinati. Uno dei grandi vantaggi di questo posto è la possibilità di ammirare una natura intatta. Avevo 5 anni quando i miei genitori mi portavano qui le prime volte. Da allora, nulla è cambiato”.
di M. Catalani