Viaggio tra tracce di storia
Le Marche oltre a possedere un patrimonio paesaggistico variegato invidiabile, conservano monumenti ed opere d’arte sinonimo di storia e cultura. Monumenti e siti architettonici, artistici creati dall’uomo che rivestono una grande importanza e donano bellezza ai luoghi. Testimonianze significative della storia e della creatività umana dalle quali ha preso vita la nostra identità culturale. Dal simbolo del Rinascimento quale il Palazzo Ducale di Urbino, alle memorie di guerra del monumento ai caduti di Ancona, alla statua dedicata all’illustre poeta Giacomo Leopardi, al legame della nostra regione con la Chiesa di un tempo rappresentata da Papa Sisto V e alla tenacia della gente di mare con il monumento dedicato al Gabbiano Jonathan.
L’opera simbolo delle Marche
“Federico edificò un palazzo, il più bello che in tutta Italia si trovi; e d’ogni opportuna cosa sì ben lo fornì, che non un palazzo, ma una città in forma di palazzo esser pareva.” Così descrive l’insigne capolavoro dell’architettura rinascimentale, Palazzo Ducale di Urbino, Baldassarre Castiglione nella sua opera “Il Cortegiano”. Con la sua inconfondibile fisionomia, il Palazzo Ducale riassume nella struttura geometrica, razionale e prospettica gli ideali del Rinascimento. Il proiettarsi verso tutti i lati, adattandosi di volta in volta al paesaggio circostante, la facciata dei torricini, simbolo della città, il cortile d’onore
con il suo disegno di archi e colonne, il gioco di sfumature cromatiche dal rosso mattone alla più chiara pietra calcarea, fanno del Palazzo Ducale realizzato da Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini, una perla racchiusa all’interno della città patrimonio dell’Unesco.
Monumento ai Caduti al rione Passetto
Sito in uno dei punti più suggestivi della città, l’opera, segno di equilibrio ed eleganza, si pone come chiusura scenografica del viale della Vittoria di Ancona. L’architetto Guido Cirilli la realizzò tra il 1927 e il 1930 in onore dei caduti della Prima Guerra Mondiale durante la quale la cittadina subì numerose perdite. Ufficialmente inaugurata da Mussolini l’opera è un tipico esempio di architettura fascista: bianca e imponente è realizzata in pietra d’Istria e caratterizzata da una base circolare sormontata da otto colonne doriche. L’ architettura domina il mare sottostante a cui è collegata tramite due scalinate. Si dice che, vista dal mare, la struttura con le sue due scalinate sembri raffigurare un’aquila che spicca il volo. Nel fregio ha scolpiti i versi del canto “All’Italia” di Giacomo Leopardi: “Beatissimi voi,/ Ch’offriste il petto alle nemiche lance/ Per amor di costei ch’al Sol vi diede”
La statua del grande poeta recanatese
Il monumento dedicato al sommo poeta Giacomo Leopardi, posto trionfalmente al centro della piazza, è opera dello scultore ascolano Ugolino Panichi e venne inaugurato per la prima volta nel 1880 (incompleto). Le sculture in bronzo verranno infatti ultimate successivamente da Ettore Ferrari. L’intera struttura poggia su di un piedistallo e oltre a dare lustro alla piazza ricostruisce un’immagine realistica della personalità del poeta. I lineamenti del volto e la sua espressività trasmettono il dramma dell’umanità, la sofferenza e la malinconia pensosa riconducibili alla poetica leopardiana. Le braccia conserte donano al poeta un’espressione seria e meditativa. Sembra infatti che lo stesso sia in dialogo con sé stesso. Il suo atteggiamento assorto e riflessivo con il quale viene raffigurato è come se stesse contemplando distaccatamente e serenamente il mondo esterno, finalmente libero dalla sofferenza e dall’infelicità.
Sisto V, lo stretto legame con il territorio
La storia delle Marche è strettamente legata con quella della Chiesa e dello Stato Pontificio, che qui controllò ed esercitò per secoli la sua influenza nei territori. Questo stretto legame è utile a spiegare come la nostra regione sia stata prodiga di uomini saliti al soglio pontificio. Tra questi, ha lasciato un’impronta particolarmente forte, tanto a Roma quanto nella sua terra d’origine, Papa Sisto V, al secolo Felice Peretti.
Conteso tra Grottamare e Montalto è proprio qui che possiamo osservare opere dedicate al pontefice.
Nel vecchio incasato di Grottamare possiamo trovare la statua di Papa Sisto V, alloggiata nella nicchia del Teatro dell’Arancio: un’opera dell’artista Stefano Interlenghi da Montottone che la realizzò nel 1794. Modellata in stucco, rappresenta il papa benedicente appoggiato su basamento con stemma centrale.
A Montalto una bellissima opera scultorea in bronzo risalente al 1986 è stata realizzata dal grandissimo artista Pericle Fazzini. Il Monumento a Sisto V si caratterizza, oltre che per l’elevata rilevanza artistica, anche per la modernità e l’avanguardia: si tratta infatti di una struttura che ruota su sé stessa proiettando il profilo sistino a 360° su panorami sempre diversi durante le ore del giorno.
Il monumento al “Gabbiano Jonathan Livingston”
Realizzato dall’artista Mario Lupo nel 1986 per iniziativa del Circolo dei Sambenedettesi, il monumento al gabbiano Jonathan Livingston, protagonista dell’indimenticato libro di Richard Bach, sorge lungo la passeggiata del molo sud, quella che è stata ribattezzata ”The Jonathan’s way”. L’opera, proiettata per 10 metri verso l’azzurro del mare e del cielo, racchiude in un cerchio azzurro la vita dei gabbiani e delle acque. È il simbolo dell’operosità generosa e fattiva della gente sambenedettese protesa alla costante ricerca del meglio per la propria città, della volontà e della tenacia tipiche della gente di mare: gente abituata ad affrontare e superare silenziosamente ostacoli e difficoltà per raggiungere sempre nuove mete.
Photos A. Tessadori